Il racconto della neolaureata e dei suoi genitori: la studentessa UCBM ha discusso la tesi a distanza lo scorso 15 giugno

Il punto di vista di Eleonora

"Ero bambina e a chiunque mi chiedeva cosa volessi fare da grande rispondevo: il medico!!! Certo il papà medico aveva avuto un certo peso nella riposta, ma con il passare degli anni la vocazione per la professione cresceva sempre di più. Mi sembra ieri quando piena di paura avevo affrontato l’esame di ammissione: i candidati erano tantissimi e poi io non volevo entrare in una qualsiasi università: volevo entrare al Campus! Sei anni di “studio matto e disperatissimo” e cosa succede? Un virus? E la mia laurea? La mia tesi? I miei amici di Università? Ero arrivata alla fine e invece... E invece: con l’aiuto dei relatori sono riuscita a portare a termine la tesi, i miei genitori che mi hanno sempre sostenuta in tutti questi anni mi sono stati accanto, i miei fantastici amici di corso hanno condiviso con me esami, speranze e paure. Sono riuscita a coronare il mio sogno. Sono medico. Quando mi hanno detto che avrei discusso la tesi a distanza ero quasi disperata, ma poi quel giorno, a casa mia, con le persone più care vicine, tutte le ansie e le paure sono svanite. Mi sono laureata con la lode tra le urla di gioia delle persone presenti e l’abbraccio fortissimo delle persone a me più care. Certo non ho potuto sparare i fuochi di artificio ma non dispero: c’è sempre la specializzazione!!!"

Il punto di vista di mamma e papà

"15 giugno 2020. Che gioia!!! Certo l’anno non è cominciato benissimo…il COVID ci ha scoperto fragili e d’un tratto tutti i progetti, compresi quelli forse un po’ futili come quelli di una grande festa per la laurea di nostra figlia Eleonora, crollavano sotto i numeri tremendi dei bollettini delle Protezione Civile delle 18.00. Eleonora a casa vedeva giorno dopo giorno sfumare la possibilità di concludere brillantemente il suo percorso universitario, la tesi lasciata a metà nel laboratorio chiuso di gran corsa quel 10 marzo che penso non potremo mai dimenticare, mentre io e mio marito non riuscivamo a trovare le parole adatte a placare le sue ansie. Poi finalmente, molto lentamente, siamo tornati alla normalità: è stata fissata la data della discussione, chiaramente a distanza, comprato il vestito e le bomboniere. La tesi con il prezioso contributo dei relatori è stata portata a termine, e quasi senza che ce ne accorgessimo è arrivato il 15 giugno. Tutti a casa nostra: sorella, nonna, zie, perfino la zia di Matera venuta per l’occasione, le amiche di una vita e chiaramente il fidanzato. Per fortuna il salotto è grande, lei nella sala da pranzo, noi in salotto davanti al televisore collegato al suo PC. Tutti “in tiro”, champagne in ghiaccio, coroncina di alloro, pronti a piangere all’unisono, ma facendo attenzione a non distrarla: la Commissione di Laurea era a 40 Km da noi, ma che importa: nostra figlia si è laureata brillantemente e noi eravamo con lei. E alla proclamazione: evviva la nostra dottoressa!!!"