Una delle prime studentesse del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche UCBM è a New York con l'organizzazione umanitaria

28 dicembre 2016 - «Care Professoresse, come state? Spero vi ricordiate di me, io non vi ho mai dimenticate durante tutti questi anni. Ne sono passati quasi 20 da quando mi sono laureata, e più di cinque dall’ultima volta che sono venuta a salutarvi». Comincia così la mail che ha trovato nella propria casella di posta elettronica la prof.ssa Maria Grazia De Marinis, Delegato del Corso di Laurea in Infermieristica UCBM, alcune settimane fa. È stata inviata da New York dalla dott.ssa Barbara Saitta, una delle prime studentesse di Infermieristica in UCBM, da quattro anni Vaccination, Epidemic and Infection Control Advisor per Medici Senza Frontiere. Proprio nella sede newyorkese di quest'organizzazione umanitaria Barbara, dal 2015, si occupa in particolare di advocacy, per garantire a tutti l'accesso ai vaccini e alle medicine essenziali.

«L’altro giorno stavo parlando con alcune amiche dei miei studi come infermiere e mi sono venuti in mente i bei ricordi dell'Universitá Campus Bio-Medico di Roma, di voi e delle mie bellissime compagne di corso. Quante cose sono successe da allora, tutte sorprendenti». Dopo una prima esperienza professionale nella prima sede di UCBM, allora situata ancora in via Longoni, terminata nel 1997, Barbara ha studiato e lavorato sia a Londra che in Norvegia. Nel 2004 è quindi stata accettata per un corso alla Boston University, dove ha frequentato un Master in Public Health. Forte di questo ulteriore bagaglio formativo, è quindi stata assunta da Medici Senza Frontiere, «l’organizzazione per la quale ho sempre voluto lavorare. Dal 2009 faccio il lavoro che ho sempre sognato di fare e per il quale credo di essere nata».

«Durante questi ultimi sei anni con MSF - continua Barbara nella mail - ho visto, vissuto e fatto cose che non avrei mai immaginato, ma solo sognato. Ho lavorato e visitato tanti Paesi (Colombia, Haiti, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Sudan, Iraq, Etiopia, Giordania, Turchia…), imparato tre lingue, visto paesaggi mozzafiato, conosciuto fantastici compagni di lavoro, e sono stata testimone dell’incredibile capacità degli esseri umani di sopravvivere sempre e comunque».

«Vi racconto tutto questo - conclude la mail - perché voglio che sappiate che in questi anni tutto il vostro insegnamento, passione e orgoglio per il nursing non mi hanno mai lasciata. Una delle soddisfazioni più grandi che ho oggi è raccontare alle persone il lavoro che faccio, sentirmi chiedere "ma allora sei un medico?” e vedere le loro facce sorprese quando, orgogliosamente, rispondo: "No, sono un'infermiera!"».