Un progetto di Elis Ong sostenuto dall’AICS per la diagnosi precoce del tumore al seno

11 dicembre 2018 - Domenica 9 dicembre è stata presentata la prima Breast Unit palestinese a Beit Jala (Betlemme).
Si tratta del primo e unico centro senologico multidisciplinare del Paese, nato grazie alla collaborazione tra l’Ufficio di Gerusalemme dell’AICS - Agenzia Italiana della cooperazione allo sviluppo, Elis Ong che ha elaborato il progetto e l’Università Campus Bio-Medico di Roma che ha fornito i suoi medici e l’esperienza della Breast Unit attiva presso il suo Policlinico Universitario.
Il progetto, insieme al Ministero della Sanità del governo palestinese, ha permesso la formazione di professionisti locali con training in loco e a Roma presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, portando la senologia palestinese al livello delle Breast Unit europee, previste dall’Unione Europea sin dal 2003.

“Abbiamo aderito molto volentieri a questo progetto – ha dichiarato Davide Lottierivicepresidente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma - perché si inserisce perfettamente nelle linee strategiche dell'Università. Da tanti anni stiamo costruendo legami con altri Paesi e con strutture universitarie in tutto il mondo per arricchire i nostri studenti e cooperare insieme agli altri.
In questo senso il prossimo anno inaugureremo un corso di laurea in medicina e chirurgia in inglese, con un titolo riconosciuto a livello internazionale, e ospiteremo a Roma studenti da tutto il mondo”.

Il reparto dell’ospedale di Beit Jala, recentemente ristrutturato e adattato, può contare oggi su un ecografo, un mammografo con tomosintesi e sistemi informatici. Grazie ad esse, l’equipe multidisciplinare con oncologi, senologi, chirurghi plastici, infermieri potrà seguire almeno 150 pazienti l’anno, in tutte le fasi del percorso diagnostico-terapeutico, pari a circa il 40 per cento di tutti i casi di tumore al seno della Palestina. Sono numeri in costante crescita: solo nei primi due mesi di attività la Breast Unit ha aiutato più di 300 donne di tutta la Palestina a verificare precocemente la presenza di un tumore e a intervenire tempestivamente, facendo al tempo stesso risparmiare alla sanità palestinese l’equivalente di oltre duecento mila dollari per le sole indagini diagnostiche. Di esse circa 26 hanno scoperto di avere un cancro al seno in fase precoce.                                    
Prima dell’apertura di questa Unità le donne palestinesi che volevano effettuare screening oncologici dovevano aspettare tra 4 e 6 mesi, ovvero un lasso di tempo in cui le condizioni di salute possono aggravarsi seriamente, costrette a recarsi in Giordania e Israele, con trasferte che potevano durare anche mesi ad un notevole costo.

“Nei mesi scorsi ci siamo impegnati per trasferire l’esperienza della Breast Unit del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico a medici e infermieri palestinesi – ha ricordato Vittorio Altomare, responsabile della Breast Unit romana e direttore scientifico del progetto – Il nostro è stato un percorso scientifico e umano molto ricco, che ha permesso di colmare un vuoto molto importante nella sanità palestinese. I medici e gli infermieri palestinesi hanno accolto con entusiasmo l’impostazione multidisciplinare delle Breast Unit europee. Noi continueremo a essergli vicini per accrescere questo patrimonio e portare il loro tasso di guarigione ai livelli delle donne europee. Nei prossimi mesi infatti apriremo un reparto di ricovero dedicato alle donne, daremo il via all’utilizzo della tecnica a ultrasuoni intraoperatoria per la chirurgia oncoplastica, acquisiremo una nuova tecnica per l’individuazione del linfonodo sentinella. Insieme daremo vita a uno studio scientifico e infine, nel marzo 2019, terremo il secondo convegno congiunto italo-palestinese presso la sede dell’Università Campus Bio-Medico di Roma”.

Il progetto ha portato un importante cambiamento per la popolazione femminile, che ora “al primo sospetto di un problema al seno” può effettuare precocemente uno screening completo a pochi passi da casa.

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