Divergenze e convergenze tra i due sistemi, che regolamentano sicurezza e mutuo scambio dei prodotti

In un mercato che sta diventando globale, le legislazioni in materia alimentare americana ed europea si stanno avvicinando, perché le scelte dei consumatori convergono. La ricerca è sempre più rivolta a cibo di qualità: quando si assaggia qualcosa, si vuole assaporare un Paese, un paesaggio”. È stata questa la riflessione centrale del seminario tenuto da Michael T. Roberts, Professore alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università della California di Los Angeles (UCLA) ed esperto di legislazione in ambito alimentare.

L’incontro, che si è svolto martedì 11 febbraio all’Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM), è stato organizzato dalla prof.ssa Laura De Gara, Responsabile dei Corsi di Studi in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana (SANU) dell’UCBM, e dal prof. Francesco Bruno, dell’Università del Molise e docente di diritto alimentare nel Corso di Laurea Magistrale SANU dell'UCBM. La legislazione in ambito alimentare e agronomico è nata recentemente, anche se ha origini lontane. “Nell’antica Roma, così come nel Medioevo – ha raccontato Roberts nel suo intervento – le frodi alimentari venivano punite. Questo dimostra che l’attenzione verso il problema è da sempre stata alta”. Oggi, però, gli ambiti in cui un legislatore si muove sono molto diversi tra loro e vanno dal commercio internazionale, alla gestione dei problemi ambientali (inquinamento, uso dei pesticidi) o di salute, come l’obesità, fino alla penalizzazione proprio delle frodi.

Tra l’altro, c’è la necessità di far dialogare tre mondi che parlano un linguaggio differente: quello dei consumatori, quello dei legislatori e quello degli scienziati. Un dialogo nel quale, ovviamente, si inseriscono le aziende, con i loro interessi economici, e la politica, che di fatto prende le decisioni. Un problema di comunicazione che accomuna le legislazioni americana ed europea, divise, invece, per differenze culturali, politiche e legali.  E per risolverlo, "ci vorrebbe più spazio per la collaborazione”, ha suggerito il Professore americano. Un altro aspetto importante che divide la legislazione americana da quella europea e sul quale, secondo Roberts, sarà difficile incontrarsi se non a piccoli passi, riguarda il mercato libero. “Il sistema di coltivazione statunitense è altamente industrializzato. A livello europeo – ha spiegato l’esperto – sono molto diffuse anche le piccole aziende agricole, che tra l’altro esportano ormai in tutto il mondo”. Questo fa sì che la legislazione europea, secondo Roberts, “difficilmente rinuncerà agli alti livelli di burocratizzazione e all’elevata tassazione dei prodotti per aprirsi a un vero mercato libero, anche perché – ha sottolineato –, mentre in Europa c’è un alto livello di tracciabilità degli alimenti, negli USA è difficile risalire a provenienza o destinazione di quelli in commercio”. In ogni caso, ha concluso Roberts, “il consumatore ha in mano la possibilità di scegliere tra migliaia di prodotti e dunque regolare il mercato”.