Aperto un laboratorio congiunto in cui opera anche un bioingegnere dell'UCBM

È stato aperto ufficialmente il Laboratorio congiunto Campus Bio-Medico-INAIL nella sede di Vigorso di Budrio (Bologna). Il lavoro all’interno di questo spazio dedicato si affiancherà a quello in corso nei laboratori del Polo di Ricerca Avanzata del Campus Bio-Medico di Roma. L’obiettivo è realizzare, entro i prossimi tre anni, i primi impianti di protesi di arto superiore sensorizzate su alcuni tra gli oltre 11.000 assistiti che ogni anno si rivolgono al Centro Protesi INAIL. Nella sede è operativo un dottorando in bioingegneria del Campus Bio-Medico. Contestualmente, sono iniziate anche le visite di medici specialisti che afferiscono alle aree di Neurologia e di Fisiatria del Policlinico Universitario, allo scopo di studiare pazienti potenzialmente idonei a ricevere l’impianto.

L’attività è frutto della partnership tra l’Università Campus Bio-Medico di Roma e il Centro Protesi INAIL di Budrio, stipulata il 23 dicembre 2013 e avviata, a livello operativo, il 2 maggio scorso. a responsabile tecnica per l’Ateneo è la Prof.ssa Loredana Zollo, quella sanitaria la Prof.ssa Silvia Sterzi. Dal lato INAIL, le responsabilità sono rispettivamente del Dr. Angelo Davalli e del Dr. Paolo Catitti.

Scopo dell’accordo è lo sviluppo di un sistema impiantabile, basato sull’uso di interfacce neurali per il controllo di una protesi di mano, in grado di restituire a un paziente amputato anche sensazioni ‘propriocettive’, ovvero la capacità di riconoscere la posizione del corpo nello spazio, e il ‘feedback’ sensoriale nel toccare gli oggetti.

L’11 dicembre si è svolta la riunione del Gruppo di Coordinamento del progetto di ricerca, denominato ‘PPR2’, al quale hanno preso parte, per l’Università, il Direttore Generale, Ing. Paolo Sormani, e il Pro-Rettore alla Ricerca, Prof. Eugenio Guglielmelli. Per l’INAIL erano presenti il Direttore Tecnico del Centro Protesi, Rinaldo Sacchetti, e il Direttore del Centro, Angelo Andretta. Scopo dell’incontro, fare il punto sullo sviluppo delle attività previste dall’accordo, in modo particolare l’analisi delle specifiche tecniche in vista della realizzazione di impianti futuri.

In questi primi sei mesi – ha sottolineato la Prof.ssa Loredana Zollo – sono state gettate le basi per la progettazione del sistema di controllo e di sensorizzazione delle future protesi impiantabili. Inoltre, il gruppo di ricerca ha siglato con la Commissione Europea un contratto nell’ambito del Programma Horizon 2020 che avrà l’obiettivo di sviluppare nuove interfacce per ausili basate sul monitoraggio di parametri fisologici. L’avvio del progetto è atteso per febbraio”.

Il team europeo è composto da otto partner e sarà coordinato dall’università di Elche, ad Alicante in Spagna. Il Campus Bio-Medico avrà in particolare il compito di sviluppare il sistema di monitoraggio e analisi dei parametri fisiologici legati al funzionamento delle interfacce. Queste ultime sono tecnologie necessarie al dialogo tra ausilii e corpo umano.

Gli ingegneri del Campus Bio-Medico avranno inoltre compiti di sviluppo sui sistemi di controllo degli ausilii dedicati alla mobilità e alla manipolazione. Coinvolta nel progetto anche l’INAIL, come centro di sperimentazione protesica che opera in collaborazione con il nostro Ateneo.