Il ricercatore UCBM Daniele Bianchi mette in rete l'Italia per Kisubi

Fabbricare plantari con costi molto ridotti e materiali più flessibili, che permettono un recupero più rapido soprattutto nei bambini, oggi è una realtà nel Corsu Rehabilitation Hospital di Kisubi, località a circa 30 chilometri dalla capitale ugandese Kampala. A tracciare con l'agenzia Dire i contorni di un progetto che ha messo in rete il mondo della cooperazione allo sviluppo con quello dei privati e della ricerca è Daniele Bianchi, direttore tecnologico della start up Medere – che si occupa di modellazione meccanica degli apparati protesici e stampa 3d – nonché ricercatore dell'Università Campus Bio-Medico di Roma. Giovedì 30 marzo, presso l'Aula Magna dell'Università, si è tenuta una lezione aperta organizzata da CBM Italia e Medere nell'ambito del progetto "Innovation for Inclusion. Tecnologia 3D sostenibile per l'inclusione delle persone con disabilità in Uganda", in cui si è parlato anche delle diverse attività di cooperazione UCBM

"L'Ospedale Corsu– inizia Bianchi- è un'eccellenza in Uganda per la riabilitazione a livello nazionale e internazionale. Si era già dotato di un laboratorio di stampanti 3, ma per vari motivi non era sfruttato al massimo potenziale. Un anno e mezzo fa la Onlus Cbm Italia, presente sul posto da anni, ha quindi lanciato un invito a collaborare insieme a Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo, che noi di Medere abbiamo raccolto col progetto ‘Innovation for inclusion. Tecnologia 3D sostenibile per l'inclusione delle persone con disabilità in Uganda’. Il risultato? Ora i bambini potranno avere plantari su misura a costi estremamente ridotti sia per l’ospedale che per le famiglie".

"Il progetto - chiarisce l’esperto, che è rientrato da Kisubi da pochi giorni - non è rivolto solo ai minori ma naturalmente sui bambini ha un impatto diverso: il materiale è più morbido e quindi il bambino riesce a camminare e giocare senza provare dolore o fastidio, e quindi il supporto viene tenuto per tutto il tempo necessario al recupero". Senza contare che "i bambini crescono, quindi il plantare deve essere sostituito più spesso".

Grazie all'intervento del team di Bianchi "ora il personale del laboratorio è in grado di progettare a partire dalla scansione anatomica il modello dell'ortesi, oltre che produrlo con la stampante 3D, grazie a un computer dotato di un software Cad con licenza perpetua forniti anch'essi con il progetto. Abbiamo inoltre formato, sia da remoto che in presenza, sei persone – tre tecnici ortopedici, due infermiere specializzate e un ingegnere biomedico – e lasciato dei manuali che permetteranno la trasmissione di queste competenze ai prossimi addetti".

Oltre ai plantari, Bianchi e colleghi hanno raccolto la richiesta di "produrre tutti quei materiali di cui medici e infermieri possono aver bisogno quotidianamente, come modelli anatomici didattici o per la pianificazione pre-operatoria, connettori per macchinari di anestesia, reggimascherine salvaorecchie, immobilizzatori per le fratture o altri supporti per bendaggi e fasciature, che oltre ad essere prodotti più velocemente ora vengono resi disponibili a basso costo".

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