Cresce il progetto di cooperazione internazionale universitaria iniziato nel 2017

19 ottobre 2018 - Sono in tutto 32 persone, tra studenti, specializzandi, medici e tutor, a partire per la prossima missione in Tanzania in programma dal 22 ottobre al 5 novembre. Prosegue infatti il progetto di cooperazione internazionale avviato lo scorso anno dall’Università Campus Bio-Medico di Roma in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, l’Università di Parma, l’Associazione ‘Golfini Rossi’ Onlus e i due atenei africani Strathmore (Kenya) e St. Joseph (Tanzania) e che dal fronte alimentare espande i suoi obiettivi in campo sanitario e ambientale.

Con la guida del prof. Marco Caricato, professore associato di Chirurgia Generale, e la collaborazione di due specializzande di Chirurgia del Policlinico Universitario, verrà avviato il primo workcamp sanitario nel villaggio di Ntemba, a 6 km dal monastero di Mvimwa, epicentro del lavoro di cooperazione interuniversitario. Con loro studenti UCBM e dell’Università di Parma getteranno le basi della mobile clinic, in cantiere con la partecipazione del Politecnico di Milano, per fornire assistenza sanitaria e nutrizionale nei 10 villaggi che ruotano attorno al monastero di Mvimwa e nel distretto di Nkasi.

Ma è anche la neolaureata del Corso di Laurea in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana Giada Todisco a tornare in Tanzania, dopo aver realizzato una tesi di laurea sulla malnutrizione nel distretto di Nkasi. Uno studio che si trasforma in imprenditoria perché Giada rientra in Africa con l’intenzione di avviare coltivazioni di moringa oleifera, il superfood utilizzabile come integratore alimentare e in varie applicazioni mediche e ambientali.

Continua nel frattempo il lavoro sulla ‘Pappa di Parma’, formulazione a base di alimenti tipici africani ideata dall’ateneo emiliano, la cui produzione verrà implementata nel prossimo mese grazie anche alla disponibilità di un nuovo essiccatore industriale. Altra novità di impatto sociale e ambientale è il progetto proposto dal dottor Serangeli della Agc srl e già presentato da Golfini Rossi con lo studio legale Pavia Ansaldo alla FAO, che riguarda la creazione di un impianto industriale per la produzione della ‘tilapia’, un pesce con altissime proprietà nutrizionali e adatto al contesto africano. Nel comitato scientifico deputato alla verifica del progetto Luisa Di Paola, docente del Corso di Laurea in Ingegneria Chimica per lo Sviluppo Sostenibile, si occupa del coordinamento. Nelle prossime settimane avrà luogo una missione esplorativa per la verificare la possibilità di realizzare un impianto industriale di acquacoltura integrata di tilapia.