Ervin Shehu, specializzando in Urologia al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, racconta l’emozione della notte di Pasqua in Vaticano, dove ha ricevuto i Sacramenti da Papa Francesco

10 aprile 2015 - “Un’emozione intensa, indescrivibile. Non pensavo potesse essere tanto forte. Come la pace dentro che ho avvertito subito dopo. Qualcosa di mai sperimentato prima”. Istantanee dall’anima di un nuovo cristiano. Così Ervin Shehu, giovane specializzando in Urologia del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, di origine albanese, descrive le sensazioni provate la notte di Pasqua, il 4 aprile 2015, quando è stato battezzato, cresimato e ha ricevuto la Prima Comunione dalle mani di Papa Francesco in Vaticano.

Un percorso particolare, il suo. In alcuni casi, infatti, è l’essere cristiani a favorire una scelta ‘vocazionale’ di carità verso gli altri. Specie per professioni che implicano il ‘prendersi cura’ della fragilità o della malattia, come il medico.

Qualche volta, però, può capitare l’inverso. È accaduto a Ervin. 32 anni, viene da Fier, uno dei centri urbani più grandi dell’Albania, 100 chilometri a sud-ovest di Tirana. “La mia famiglia – spiega Ervin – come quasi tutte le altre della città e del Paese, a causa della lunga dittatura comunista è atea. Per questo, durante l’infanzia, non mi sono mai posto il problema della fede”.

Eppure, già da adolescente, mentre guardava i programmi tv delle reti italiane e imparava la nostra lingua, sentiva nel cuore il desiderio di diventare medico. “Così – racconta – finite le superiori ho fatto il test per entrare alla ‘Sapienza’. E sono passato”. Il sogno della vita poteva trasformarsi in realtà. Siamo nel 2001.

Con il trasferimento a Roma, però, accanto alla bellezza delle vestigia imperiali e degli scorci trasteverini, Ervin conosce anche difficoltà di ambientamento. Persino qualche episodio di xenofobia. “Nei primi mesi in Italia – confida – ho avuto problemi a trovare un alloggio, perché nessuno si fidava di affittare un appartamento a un albanese. Ero in grande difficoltà. Alla fine, mi sono rivolto a don Salvatore, un sacerdote orionino, che è riuscito a trovarmi una sistemazione. Ricordo che, per facilitare la mia integrazione, faceva celebrare delle Sante Messe in albanese. Lì ho iniziato a farmi domande su Dio”. Il percorso universitario di Ervin procede spedito. Fino al 2012, quando vince un posto di specializzazione in Urologia all’Università Campus Bio-Medico di Roma. È qui, grazie agli stimoli e alla testimonianza di colleghi e cappellani, che Ervin torna a riflettere sulla fede. E inizia a pensare alla possibilità di una scelta. “Pian piano – dice – è nato e si è rafforzato dentro di me il desiderio di conoscere la fede cristiana; tanto più dopo la visita di Papa Francesco in Albania, il 21 settembre 2014. Guardando quelle immagini ho capito che potevo diventare anch’io esempio di fede e di pace”. Da quel giorno alla notte di Pasqua 2015 il passo è stato breve. Oggi Ervin è felice della scelta fatta. Non solo. “Anche prima di diventare cristiano – sottolinea – nel mio lavoro ho sempre cercato di aiutare i pazienti e le loro famiglie. Adesso, però, ho un’altra forza. Ho una ‘chiave di lettura’ nuova per parlare loro della malattia, della sofferenza, della morte. Perché so che la vita non finisce in una stanza di ospedale”.