In UCBM il pionere della reinnervazione muscolare mirata, Todd Kuiken, ha tenuto una lectio magistralis

18 maggio 2018 - Possiamo immaginare come l’amputazione di una mano, per non parlare di un arto, sia molto invalidante dal punto di vista emotivo, fisico e sociale. Per le persone che hanno subito questi traumi oggi sono attualmente disponibili delle protesi mioelettriche che vengono quindi azionate attraverso il segnale prodotto dai muscoli residui. Nel caso della mano, i muscoli del braccio sono i diretti interessati del controllo della protesi mentre nelle amputazioni più alte, ad esempio oltre il gomito, risulta più difficile ottenere il controllo di più giunti articolari.

Eppure la frontiera nel controllo delle protesi degli arti superiori esiste ed è stata varcata all’inizio degli anni 2000 dal prof. Todd Kuiken, direttore emerito del Center for Bionic Medicine (CBM) e presente in questi giorni all’Università Campus Bio-Medico di Roma direttamente dalla Northwestern University di Chicago. Kuiken è infatti l’ideatore della reinnervazione muscolare mirata (TMR, Targeted Muscle Reinnervation), una tecnica basata su un intervento neurochirurgico e ortopedico – effettuato negli Usa per la prima volta nel 2001 - che trasferisce i principali nervi dell’arto superiore su muscoli che hanno perso la loro funzione originaria.

La metodica utilizzata da Kuiken permette un controllo più intuitivo da parte del paziente che continua a immaginare il movimento del braccio come ha sempre fatto, ma attivando in automatico il muscolo nuovamente collegato ai nervi. “Ad esempio, in pazienti con disarticolazione di spalla, i nervi vengono trasferiti nel muscolo grande pettorale, oppure in soggetti con amputazione al di sopra del gomito la reinnervazione avviene nel bicipite e tricipite”, ha spiegato il pioniere della TMR nella sua lectio magistralis a studenti e ricercatori UCBM. I muscoli reinnervati vengono quindi sfruttati come ‘amplificatori biologici’ dei segnali nervosi che originariamente controllavano il distretto amputato.

Il paziente non perde infatti con l’amputazione il funzionamento del sistema nervoso che continua a inviare segnali di comando. Dopo la TMR, questi attiveranno quindi i muscoli reinnervati e trasferiti come segnali mioelettrici alla protesi, con un controllo simultaneo e maggiormente intuitivo per il paziente. “Il cervello penserà di muovere il braccio mentre sarà il petto a muoversi e ad azionare il braccio bionico”, ha detto il prof. Kuiken. “Ecco perché è intuitivo”.