Premiato a Barcellona al congresso della Società europea di Cardiologia lo studio UCBM
4 settembre 2017 - Più avanza l’età, più la terapia anticoagulante orale (“TAO”) su pazienti con fibrillazione atriale riduce l’incidenza di ictus senza aumentare i rischi di emorragie. Con questo risultato l’Università Campus Bio-Medico di Roma è stata premiata al Congresso della Società Europea di Cardiologia, tenutosi a Barcellona dal 26 al 30 agosto, ricevendo il “Best Poster” per lo studio su “Thromboembolic risk, bleeding outcomes and effect of different antithrombotic strategies in very elderly patients with atrial fibrillation: a sub-analysis from the PREFER in AF Registry”.
Il lavoro è stato ideato e coordinato dal dottor Giuseppe Patti, Responsabile dell’Unità Operativa Semplice Servizi Cardiologici del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico ed è stato presentato nella città catalana dalla dottoressa Ilaria Cavallari, neo-specialista in Cardiologia.
Grazie a un patrimonio di dati contenuti in un registro multicentrico composto da circa 7000 individui di 7 nazioni d’Europa, lo studio ha per la prima volta esplorato gli effetti della terapia TAO in pazienti molto anziani (età maggiore o uguale di 75 anni) con fibrillazione atriale.
“I dati hanno dimostrato che, anche in questa categoria di pazienti a più alto rischio – ha spiegato il Dottor Patti - l’utilizzo della terapia anticoagulante orale riduce l’incidenza di ictus senza aumentare in maniera particolare il rischio di complicanze emorragiche: in pratica, maggiore è l’età del paziente con fibrillazione atriale, maggiore è il beneficio clinico della terapia anticoagulante orale. Questi risultati possono avere un impatto rilevante sulla futura pratica clinica della prevenzione dell’ictus legato alla fibrillazione atriale”.
Il Congresso Europeo di Cardiologia, con più di 30.000 iscritti, rappresenta il più importante appuntamento cardiologico internazionale dell’anno. Su un totale di circa 4.500 lavori presentati, lo studio dell’Università Campus Bio-Medico di Roma è stato premiato come “Best Poster in Atrial Fibrillation”. Il lavoro è stato contemporaneamente pubblicato sul “Journal of the American Heart Association”, rivista ufficiale della Società Americana di Cardiologia