Era stato trasferito dall’Ospedale Giovanni XXIII la domenica delle Palme in condizioni disperate. Dopo un mese e mezzo di ricovero nel Policlinico universitario di Trigoria potrà tornare a riabbracciare i suoi cari. Appena tornato cosciente aveva creduto di essere stato rapito da quelli che oggi chiama “i miei angeli”. Una bella storia del Servizio Sanitario Nazionale

 

Roma, 24 maggio 2020 - Il Covid-19 lo stava per uccidere ma dopo 50 giorni Vincenzo, il paziente di Bergamo, questa mattina è stato dimesso dal Campus Covid Center di Roma e torna a casa a bordo di un elicottero dell’Areu (Agenzia regionale emergenza e urgenza della Lombardia). A salutarlo il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’Assessore alla Sanità regionale, Alessio D’Amato, il Presidente dell’Università Campus Bio-Medico, Felice Barela, il Direttore Generale del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Paolo Sormani e il Direttore di Anestesia e Rianimazione del Campus Bio-Medico, Felice Eugenio Agrò.

Oggi sono qui per salutare Vincenzo e per dirgli che siamo felici che possa far ritorno a casa e dalla sua famiglia dopo tanti giorni – ha detto il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti - la sua storia ci insegna che forza e tenacia sono le armi migliori per chi deve combattere questa malattia. Ma voglio anche ringraziare medici, infermieri e tutto il personale sanitario che si sono presi cura di lui e di tanti altri pazienti ricoverati in questo ospedale, combattendo insieme contro un virus subdolo e insidioso che ha cambiato le vite di tutti noi”.

Vincenzo è in buone condizioni di salute e dopo aver vinto la sfida più grande, può tornare a casa all’affetto dei suoi cari. Siamo felici di aver contribuito a questo risultato in un’ottica di solidarietà nazionale. Lo abbiamo sempre detto questa è una battaglia che dobbiamo vincere tutti insieme uniti e voglio ringraziare tutti i medici, gli infermieri, i tecnici e tutti gli operatori del Servizio sanitario regionale che lo hanno curato” ha dichiarato l’Assessore D’Amato.

Vincenzo è passato dal coma al poter raccontare in prima persona la sua drammatica esperienza a lieto fine contro il virus: “Mi sono sentito male a Bergamo, poi non ricordo più nulla, fino a quando sono stato risvegliato qui da uno dei miei angeli – racconta seduto su una carrozzina accanto a due infermieri del Campus Covid Center -  Non riuscivo a fare niente, ora mi sento completamente rinato. Mi sono risvegliato il 20 aprile. Mi avevano dato per morto, perché mi dicevano che avevo pochi giorni di vita, ma adesso mi sento molto bene, grazie ai miei angeli che sono stati veramente bravissimi”.

Trasportato in aereo da Bergamo, dov’era stato ricoverato presso l’Ospedale Giovanni XXIII, a Roma la sera del 5 aprile, la domenica delle Palme, al Covid center del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Vincenzo ha trascorso più di un mese e mezzo all’interno della struttura sanitaria riservata ai malati covid-19 e completamente isolata dal Policlinico, avvolto dalle cure dei medici e dell’intero staff di infermieri, fisioterapisti, logopedisti e tecnici esclusivamente dedicato a combattere il virus. Un isolamento nel quale, per raggiungere i miglioramenti ottenuti giorno dopo giorno, fondamentale è stato il supporto umano di tutti gli operatori presenti.

Vincenzo li chiama “i suoi angeli”, ma non è sempre stato così. Addormentatosi a Bergamo, quando è tornato cosciente grazie alle cure somministrate in terapia intensiva al Campus Covid Center, Vincenzo ha visto degli estranei completamente bardati e ha pensato di essere stato rapito. Prima che gli venisse spiegato quello che gli era accaduto, ha immaginato la fuga e ha tentato di proporre una somma di denaro per il proprio rilascio a quelli che pensava essere i propri aguzzini e che invece ha poi riconosciuto come i propri angeli.

"Ogni dimissione dal Campus Covid Center, soprattutto se partita da condizioni davvero critiche, è per tutti noi un motivo di soddisfazione e di speranza. In questi mesi di emergenza l'Università e il suo Policlinico hanno dato il massimo per rispondere all'esigenza sociale di intervenire sul fronte della ricerca scientifica, dell'assistenza sanitaria per le persone affette da Covid-19 o comunque bisognose di cure, e nella rimodulazione della didattica accademica e della formazione avanzata - evidenzia il Presidente dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, Felice Barela.

"Quando abbiamo accolto dalla Lombardia Vincenzo, avevamo aperto da pochi giorni il Covid Center, isolato dal Policlinico e con personale dedicato, riconvertendo il Pronto Soccorso prossimo all'inaugurazione, in una struttura per le cure ad alta e media intensità contro il nuovo coronavirus - sottolinea il Direttore Generale del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Paolo Sormani -. La scelta operata di separazione dei flussi ci ha consentito di poter assistere persone come Vincenzo al Covid Center, continuando nel contempo a garantire diagnosi e cure per tutte quelle persone affette da patologie che nulla avevano a che fare con il nuovo virus".

"Oggi è la domenica di Ascensione e siamo davvero lieti di riconsegnare Vincenzo a una vita di ritorno alla normalità. Sono state settimane di cure intensive in cui, anche nei momenti più critici, la speranza di guarirlo non è mai venuta meno. Lo spirito con cui tutti professionisti e gli operatori impegnati per propria scelta nel Campus Covid Center hanno affrontato la sfida al virus in alleanza con i pazienti e con le loro famiglie è un prezioso esempio del valore del nostro patrimonio nazionale: il Ssn" ha dichiarato Felice Eugenio Agrò, Direttore di Anestesia e Rianimazione del Campus Bio-Medico.

"Spero di finire presto questo percorso perché sinceramente son quasi tre mesi e mezzo che non vedo i miei familiari – ha concluso Vincenzo – Sono convinto che il Servizio Sanitario Nazionale funzioni bene e voglio ringraziare per questo il professor Agrò e tutti gli altri operatori del Campus Covid Center perché non pensavo di poter essere qui a raccontare la mia storia”.

Adesso Vincenzo può parlare, respira autonomamente, riesce a mangiare, ed è in buone condizioni generali di salute. Nei prossimi mesi lavorerà con i fisioterapisti per recuperare al meglio le funzioni della parte motoria per tornare presto a una vita normale accanto ai suoi cari.