Secondo appuntamento con il Consulting Committee

Pepper, Barthoc e Kabian sono tre robot che si occupano di assistenza agli anziani, in Giappone. Nel paese del Sol Levante sono già tanti i robot interattivi a servizio delle persone e quel modello di assistenza è particolarmente apprezzato dai nipponici. Altri tipi di robot sono già presenti nelle sale operatorie di molti paesi avanzati, come l’Italia. E molti altri robot, umanoidi e non, popoleranno le vite di noi esseri umani collaborando ai nostri lavori, eliminando molti dei rischi che corriamo oggi e rendendo più efficaci molte delle nostre azioni.

Questo massiccio ingresso nel quotidiano delle tecnologie collaborative, di macchine "intelligenti" con cui ci potremo rapportare, rende necessaria una riflessione etica sul loro funzionamento sin dalla fase progettuale, per tentare di comprendere come sarà il mondo di domani nel quale la tecnologia vestirà un ruolo fondamentale nel provvedere ai servizi di assistenza alla persona, alle cure, alla compagnia e alla presa in carico di molti nostri simili. E per fare della centralità della persona il valore cardine attorno al quale sviluppare i nuovi paradigmi.

Della rivoluzione tecnologica in atto e di come porci di fronte ad essa si è parlato lo scorso mercoledì 22 marzo nell’aula magna del Trapezio nel seminario "La Robotica tra Medicina e Ingegneria", organizzato dal Consulting Committee UCBM coordinato dal prof. Sergio Berlardinelli dell'Università di Bologna e moderato dalla prof.ssa Paola Ricci Sindoni, filosofa e già docente di Filosofia Morale all’Università di Messina. Accanto al suo intervento gli studenti e i numerosi docenti universitari presenti hanno ascoltato l’appassionata testimonianza del prof. Paolo Dario, pioniere mondiale della robotica, professore emerito di robotica biomedica presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dove ha fondato e diretto per anni l’Istituto di Biorobotica. In Ucbm ha ricevuto nel 2018 la laurea honoris causa in Ingegneria Biomedica.

"Ci troviamo nell’era della quarta rivoluzione industriale - ha spiegato Paolo Darioquella della connessione. Siamo tutti connessi, così come lo sono tutti gli oggetti e tutte le macchine. Questo porta a degli sconvolgimenti che non erano assolutamente previsti fino a poco tempo fa. Oggi i robot possono veramente toccare le persone in modo assolutamente sicuro".

"Alle tante domande, sempre necessarie al fine di non soggiacere passivamente al potere delle facili risposte in merito al senso dello sviluppo tecnologico – ha ricordato la prof.ssa Ricci Sindoni nel corso del suo intervento - non devono e non possono seguire soluzioni certe e preconfezionate, quanto piuttosto l’esigenza della formazione dello spirito critico e aperto, capace di interpretare il cambiamento".

Sul palco anche le relazioni dei professori Maria Grazia De Marinis, Responsabile del Centro di cure palliative "Insieme nella Cura", Francesca Cordella dell'Unità di Robotica avanzata e tecnologie centrate sulla persona e di Giovanni Di Pino, professore di Fisiologia Umana. Al termine delle relazioni, coordinate dalla filosofa della scienza Laura Corti, un gruppo di studentesse UCBM ha posto alcune domande a Paolo Dario e agli altri relatori.

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