Promosso dal Consulting Committee Scienza e Filosofia dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, mercoledì 14 marzo, il seminario "Gender Equality & Identità relazionale dell'uomo e della donna" ha approfondito la complessità antropologica e politica insita nell'identità relazionale di genere.

L'iniziativa ha costituito un'importante occasione per instaurare un dialogo sereno e ponderato su questioni di rilevante interesse nel dibattito culturale contemporaneo, avvalendosi della partecipazione di tre eminenti studiosi nei rispettivi campi di competenza: il prof. Marcello D'Amelio, Ordinario di Fisiologia Umana e Responsabile dell'Unità di Ricerca di Neuroscienze Molecolari UCBM, il prof. Armando Fumagalli, Ordinario di Semiotica, Università Cattolica del Sacro Cuore, e la dott.ssa Mariolina Ceriotti Migliarese, medico, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta.

L'intervento del prof. D'Amelio ha affrontato tre diverse problematiche, quali l'uguaglianza di genere, lo stato socio-economico (SES) e il neurosviluppo. Recenti lavori scientifici hanno confermato che la disuguaglianza di genere è associata ad alterazioni strutturali tra il cervello degli uomini e quello delle donne. In particolare, le differenze medie tra lo spessore di alcune aree cerebrali sono tanto più evidenti quanto maggiore è la disuguaglianza di genere e le parti di cervello che mostrano queste differenze strutturali sono fortemente coinvolte in diversi aspetti del controllo emotivo. Oltre a questa evidenza di tipo strutturale, è stata analizzata la relazione tra uguaglianza di genere e stato socioeconomico e, in ultima analisi, è stata discussa la disuguaglianza come possibile manifestazione in età adulta di un neurosviluppo che ha subito una negativa influenza ambientale.

Il prof. Fumagalli, invece, ha proposto una riflessione sulla prospettiva culturale trasmessa dal cinema e dalle serie tv: quello che viene proposto al pubblico non è una rappresentazione fedele della società ma un discorso costruito da pochi autori per moltissimi spettatori. Negli ultimi anni, con questa modalità, si è affermata l'idea che la differenza sessuale sia indifferente e che vada in qualche modo superata in quanto potrebbe essere fonte di sofferenze e frustrazioni. Ma è davvero così? Possiamo fare a meno del nostro essere costituiti come maschi e femmine?

>> Rivivi l'intervento della dott.ssa Mariolina Ceriotti Migliarese "La prospettiva psicologica"