Modelli cells-on-chip per lo sviluppo di terapie integrate basate su immunoterapia tramite polarizzazione macrofagica: superare la resistenza ai trattamenti convenzionali del comparto staminale nelle neoplasie polmonari non a piccole cellule
Obiettivi del progettoLe più recenti acquisizioni indicano il comparto tumorale staminale come il maggior responsabile della progressione e chemioresistenza nelle neoplasie polmonari. In particolare, emerge come tali caratteristiche siano solo in parte dovute a modificazioni genetiche o epigenetiche intrinseche alla cellula, attribuendole viceversa in maniera preponderante all’interplay tra cellule staminali tumorali (CSC) e microambiente. I Tumor-Associated Macrophages (TAM) rappresentano la quota cellulare più rappresentata all’interno di tale microambiente. Pur dotati di potenziale elevata attività citotossica ed antitumorale quando assumono la polarizzazione detta M1, sono nella maggior parte dei casi “dirottati” dal tumore ad assumere una configurazione di tipo M2 che, al contrario, è in grado di preservare le caratteristiche staminali delle cellule tumorali. Rieducare tali cellule a riassumere una funzione antitumorale contribuirebbe ad interrompere un circolo vizioso che nella realtà clinica porta alla inevitabile perdita di efficacia dei trattamenti attualmente disponibili, aprendo la strada ad approcci terapeutici integrati di combinazione di terapie convenzionali ed immunoterapia. Per l’ottimizzazione di tali approcci, tuttavia, si rendono necessari nuovi strumenti d’indagine che permettano una maggiore comprensione dei meccanismi di interazione tumore/ sistema immunitario, data l’inadeguatezza delle tecniche in vivo e in vitro convenzionali. L’approccio cells-on-chip, che sfrutta tecniche di microfluidica e coculture cellulari per ricostituire e controllare il microambiente cellulare, mantenendo la compatibilità con i sistemi di analisi e microscopia di ultima generazione, rende possibile lo studio contemporaneo di interazioni cellulari sia di singola cellula, sia di popolazioni, e rappresenta la frontiera dei modelli in vitro ed ex vivo. Si utilizza, dunque, un biochip per la cocultura di cellule tumorali e cellule del sistema immunitario applicato alla neoplasia polmonare, in modo da valutare, nel setting altamente controllato del chip, gli effetti della terapia integrata sulla sopravvivenza delle CSC. Materiali e Metodi Vengono utilizzate cellule tumorali prelevate da aspirato pleurico da Paziente, dalle quali viene isolato il comparto staminale (EPCAM+,CD133+), in combinazione con una lina macrofagica umana, ingegnerizzata per esprimere proteina di fusione GFP-Mannose Receptor a seguito di polarizzazione M2 e, tramite silenziamento stabile di IRF4, per essere refrattaria all’attivazione M2. Viene utilizzato un chip sviluppato e già validato da un Partner del progetto (CNR-IFN,Roma) per lo studio delle interazioni tumore/sistema immunitario. Le CSC sono mantenute in coltura sferoidale su chip in presenza di TAM (GFP-MR+), e mediante time-lapse microscopy è possibile valutare:
Risultati attesi Il progetto si propone di investigare il crosstalk tra CSC e TAM come causa dell’aumentata chemioresistenza delle CSC, con l’obiettivo di sviluppare nuovi e migliorati approcci integrati basati su chemio- e immunoterapia. Risultati attesi dal progetto sono:
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Data di inizio e fine |
Giugno 2013 - Giugno 2015 |
Responsabile del progetto |
Prof. Daniele Santini - Coordinatore scientifico e Responsabile del progetto |
Istituzione coordinatrice del progetto |
Università Campus Bio-Medico di Roma |
Fonte/i di finanziamento |
Fondazione G. Berlucchi per la Ricerca sul Cancro |