Per un'ecologia integrale degli ambienti digitali
di Adriano Fabris
Uno dei filoni che mi sembra più importante approfondire riguarda la trasformazione, nell’attuale contesto tecnologico, della nozione di “ambiente”. In particolare sono tre i punti su cui in proposito credo sia importante soffermarsi, proprio perché richiedono di essere affrontati e governati da una prospettiva etica.
1) Anzitutto voglio sottolineare il fatto che oggi il termine “ambiente” conosce un allargamento al di là dei suoi usi nel passato, che facevano riferimento unicamente all’ambiente naturale e all’ambiente culturale creato dagli esseri umani. Oggi invece viviamo in ambienti artificiali che non sono solamente costruiti da noi, ma che hanno un certo grado di autonomia e che sono in buona parte resi possibili da agenti non-umani. La questione che dovremo approfondire, in particolare, è quella relativa agli sviluppi delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICTs) e al modo in cui queste tecnologie sono in grado di produrre, sviluppare e mantenere gli ambienti virtuali con cui quotidianamente interagiamo. Si tratta di una dimensione da affrontare urgentemente in prospettiva etica, anche per la sua pervasività.
2) Tutto ciò – e questo è il secondo punto che mi sembra importante toccare – porta alla conseguenza che l’essere umano, oggi, è capace di vivere non solo in un unico ambiente, ma in molti ambienti paralleli e compresenti fra loro. Questo è avvenuto già nel passato, ma ora si verifica in modi nuovi. Oggi infatti possiamo vivere, nello stesso tempo e nello stesso spazio, l’ambiente reale in cui esistiamo fisicamente e, insieme, i molti ambienti virtuali ai quali le ICTs danno l’accesso.
In sintesi, la questione da approfondire e discutere è che dobbiamo imparare ad abitare in maniera giusta e buona, ciascuno considerato nelle sue caratteristiche, questi vari ambienti: ambienti naturali, culturali e artificiali; ambienti realizzati dall’interazione fra gli esseri viventi, ambienti creati da esseri umani oppure prodotti da macchine. In molti casi, di fronte a questa molteplicità, siamo costretti a scegliere. E dunque dobbiamo capire come fare le scelte giuste.
A questo scopo è necessario elaborare un’etica nuova. Si tratta di un’etica che sia davvero in grado di rispondere alle sfide della tecnologia con cui abbiamo a che fare: un’etica che possa affrontare in tutta la loro complessità le trasformazioni ambientali che abbiamo sotto gli occhi. È questa l’etica ecologica integrale di cui abbiamo bisogno oggi. In altri termini, più che di una eco-logia, abbiamo bisogno di una eco-etica.