Grazie al progetto Job Space, Mario Moretti Polegato è intervenuto nel ciclo di iniziative sul mondo del lavoro

3 maggio 2017 - “La chiave per uscire dalla crisi economica? Siete voi. Per noi italiani, che abbiamo inventato tutto quello che di più bello esiste sul pianeta, vuol dire organizzarci. E per farlo occorre che il nostro attuale capitalismo industriale si trasformi in capitalismo culturale. Meno cemento e più investimenti in scuola e cervelli umani. È il grande messaggio che il nostro Paese ancora stenta a recepire. E siete voi a doverlo urlare al nostro establishment arretrato”. È quanto ha detto Mario Moretti Polegato, Presidente di Geox, incontrando gli studenti dell’Università Campus Bio-Medico di Roma nell’ambito del progetto Job Space, un’iniziativa per promuovere la cultura del lavoro, dell’innovazione e del networking nell’Ateneo.

A capo di un gruppo imprenditoriale in grado di rivoluzionare il mondo delle calzature, Moretti Polegato ha raccontato come è nata l’intuizione che lo ha reso famoso: durante una passeggiata nel deserto del Nevada, a metà degli anni Novanta, dove si trovava per conto della propria famiglia, produttrice di vino, fece un buco per la ventilazione in ciascuna delle due suole di gomma delle sue scarpe per meglio affrontare il caldo soffocante.

Un’intuizione che non è rimasta nel cassetto. Tornato in Italia, infatti, si è prodigato in numerosi tentativi per realizzare un prodotto che consentisse ai piedi di respirare, senza metterli a contatto con acqua o altro. Una ricerca che lo ha condotto a una speciale membrana prodotta in USA che veniva usata per le tute degli astronauti. Dopodiché, ha chiesto e ottenuto un brevetto e per tre anni ho offerto questa tecnologia a tutte le più grandi compagnie di produzione di scarpe al mondo. Quando ha capito che non erano interessate, non si è scoraggiato, ma ha deciso di inserirsi in prima persona nel mercato. È nata quindi Geox dove oggi lavorano 30mila persone, tra dipendenti diretti e indiretti.

Il patron dell’azienda italiana ha evidenziato come la stessa esperienza “la può ripetere ognuno di voi: basta avere un cervello e quindi la capacità di creare, non solo scarpe, ma qualsiasi cosa. Ma dovete capire il significato del termine ‘innovare’”. Che per Moretti Polegato è basato essenzialmente su tre elementi: “Innanzitutto, creare o modificare in meglio qualcosa. Ma poi occorre registrare l’idea attraverso un brevetto, perché altrimenti te la copiano tutti.”. Il terzo fattore-chiave è quindi la sperimentazione. “In un Paese di piccole e medie imprese, chi ha i soldi e il know-how per fare ricerca?”, ha chiesto, aggiungendo subito: “Ci sono i centri studio, i politecnici, le università. Per questo, qualche giorno fa in Confindustria ho proposto di portare più professori nelle aziende e più industriali negli atenei. Solo così possiamo rinnovare l’Italia”.

E infine un appello diretto agli studenti: “il futuro dell’Italia siete voi. Dovete capire che è finito il tempo delle ‘spintarelle’, perché oggi il principio internazionale è che una persona vale per quello che sa. Rispetto a questo, invece, nel nostro Paese c’è ancora una mentalità arretrata”. In un mondo fortemente competitivo e globalizzato, secondo l’imprenditore “non dobbiamo permettere agli stranieri di rubarci le nostre caratteristiche. Ma dobbiamo vendere loro i nostri progetti. Non dobbiamo più esportare prodotti o fabbriche, ma progetti”. Un invito che si è concluso con l’augurio per gli universitari di avere “anche un colpo di…fortuna, com’è stato per me. Perché pure quella non deve mancare”.

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