Roma, 6 dicembre 2023 - Testimonianza, memoria, cura. In queste parole si riassume la figura di Sami Modiano, 93 anni, che oggi ha ricevuto dal Rettore prof. Eugenio Guglielmelli la Laurea honoris Causa in Medicina e Chirurgia per meriti umanitari e sociali nel corso della cerimonia di inaugurazione del 31mo anno accademico dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

La cerimonia si è svolta alla presenza dei ministri della Salute Orazio Schillaci e del capo di gabinetto del ministero dell’Università e della Ricerca Marcella Panucci, del presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun e del Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni.

Una vita dedicata all’impegno civile, al racconto ai più giovani delle vicende drammatiche che lo hanno visto protagonista appena quattordicenne deportato e poi sopravvissuto alla tragedia dell’Olocausto: Sami Modiano in quasi venti anni di testimonianza si è fatto portatore di quelle virtù del vivere civile che combattono le divisioni e ha affermato i valori di libertà, rispetto, accoglienza e condivisione che sono alla base di ogni comunità umana.

Per questo oggi l’Università Campus Bio-Medico di Roma, che quest’anno festeggia il suo trentennale con lo slogan “Radici profonde e sguardo al futuro”, ha voluto ribadire il suo progetto educativo basato su una solida formazione scientifica e una forte base valoriale.

Sami Modiano ha inviato durante la Lectio magistralis nell’aula magna di via Álvaro del Portillo il suo forte messaggio davanti ai tanti giovani universitari presenti e agli studenti dell’istituto comprensivo Marta Russo di Trigoria: “Io sono ancora lì, a Birkenau. Lì ho perso mia sorella Lucia e mio papà Giacobbe. Non posso dimenticare. Sono uscito da quell’inferno e dopo tanti anni ho capito di avere una missione: raccontare a tutti ciò che è stato, in particolar modo ai giovani – ha ricordato Sami Modiano - Per tanto tempo mi sono chiesto “perché proprio io? Perché sono sopravvissuto?”. Quella ferita non sarà mai rimarginata, ma ho capito perché vale la pena vivere. Per voi, per raccontarvi ciò che è accaduto”. 

Pesavo appena 25 chili ero uno scheletro – ha proseguito nel ricordo Modiano - Prima di arrivare ad Auschwitz ero stanco, il mio corpo ha ceduto e son caduto. Misi le mani sulla testa, stavo aspettando il colpo di grazia. Sapevo che stavo per morire, ma è successa una cosa incredibile. Due prigionieri ebrei più grandi di me si sono inchinati, mi hanno preso sottobraccio e mi hanno appoggiato su altri cadaveri, ne era pieno lì. Quando mi sono risvegliato i russi erano già arrivati e una dottoressa stava cercando di riscaldarmi”.

“Ringrazio l’Università Campus Bio-Medico di Roma per avermi dato ancora una volta la possibilità di parlare di fronte a tanti ragazzi, i vostri studenti universitari ma anche i giovanissimi delle medie presenti oggi – ha concluso Modiano - perché quello che ho vissuto resti a lungo nella memoria e non si ripeta mai più. Spero che questo inno alla vita possa essere di ispirazione per i medici di oggi e di domani". 

Le parole di Sami Modiano sono risuonate nell’aula come un grande insegnamento, come ha ricordato il presidente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, Carlo Tosti: “Oggi è una giornata speciale per tutti noi che insieme a Sami Modiano possiamo fare memoria di quanto accaduto in passato e imparare da lui a prenderci cura del nostro prossimo. Siamo convinti che il percorso universitario debba offrire ai giovani una formazione integrale che serva a strutturarli come professionisti validi ma ancor prima come persone di valore. Nel riconoscere a Sami Modiano il grande impegno contro l’odio e le divisioni tra gli uomini e il suo sforzo per affermare i valori del rispetto e dell’accoglienza, siamo certi di aver offerto a tutta la comunità accademica un’altra occasione di confronto e di crescita. Ringraziamo Sami Modiano per averci donato la sua presenza e la sua amicizia”. 

A intervenire alla cerimonia anche Andrea Rossi, Amministratore delegato e Direttore Generale UCBM, il professor Vincenzo Di Lazzaro preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia e la rappresentate degli studenti Chiara Surace. La giornata, che ha preso il via con la santa messa celebrata nella cappella del Policlinico Universitario dal cardinale Matteo Zuppi presidente della CEI, ha visto la partecipazione dell’assessore regionale a Università e Scuola Giuseppe Schiboni, di Walter Veltroni e dei rettori e loro delegati provenienti da un gran numero di università italiane.

Negli scorsi mesi gli organi dell’Università Campus Bio-Medico di Roma hanno così motivato la proposta al ministero dell’Università di attribuire a Modiano il prestigioso riconoscimento: “Samuel Modiano - si legge – ha dedicato la sua esistenza a mantenere viva la memoria degli orrori consumati nei campi di concentramento facendo conoscere le atrocità che hanno caratterizzato l’Olocausto. La sua dedizione a questa missione ha promosso nelle giovani generazioni la piena consapevolezza del valore della vita umana e la cultura del rispetto della vita. La promozione della vita e la lotta a tutto quello che può minacciarla e che può essere causa di sofferenza hanno una stretta corrispondenza con il percorso di formazione per la professione medica. Solo maturando una profonda conoscenza di ciò che può causare sofferenza o minacciare la vita di un essere umano si possono sviluppare le competenze che permettono di identificare le cause della sofferenza e di alleviarle, promuovendo la salute come capacità di adattarsi e prosperare secondo le condizioni della nostra vita. Il conferimento della Laurea honoris causa per meriti umanitari e sociali rappresenta pertanto un giusto tributo alla straordinaria vita e testimonianza di Sami Modiano, che tanto ci ha insegnato sulla compassione, ma anche sulla straordinaria forza e determinazione che può avere un essere umano. Valori che devono ispirare l’impegno e l’operato di tutti i medici. È inoltre un richiamo ai valori fondativi della comunità sociale quali libertà, rispetto, inclusione, accoglienza e condivisione”.

Dimensioni che l’Università Campus Bio-Medico di Roma promuove quotidianamente nelle sue attività di formazione, ricerca e terza missione. La proposta di Laurea Honoris Causa in Medicina e Chirurgia, deliberata dagli organi universitari nel luglio scorso e successivamente approvata ad inizio settembre dal Ministero dell’Università e della Ricerca, è stata avvalorata dai pareri qualificati di docenti interni e esterni di altri Enti e Università italiane e internazionali che hanno dato il loro autorevole riscontro, pienamente favorevole al conferimento di questo titolo.

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Samuel Modiano, testimone dell’Olocausto 

Samuel Modiano nasce nel 1930 a Rodi. Insieme a sua sorella Lucia, trascorre un’infanzia serena, scossa però, nel 1938, dalle Leggi razziali con l’espulsione dei bambini ebrei dalle scuole elementari. Dopo l’8 settembre 1943 l’isola viene occupata dai nazisti, nel luglio 1944 ha luogo la deportazione della comunità ebraica: i nazisti stipano gli ebrei all’interno di battelli per il trasporto di bestiame, sbarcando dopo una settimana di viaggio al Pireo. Rinchiusi nel carcere di Haïdari, vengono poi deportati ad Auschwitz. All’arrivo, dopo essere stati selezionati per il lavoro, Sami, il padre e la sorella sono immatricolati nel campo di Birkenau. Il papà Giacobbe e la sorella Lucia muoiono nei primi mesi di prigionia. Sami, rimasto solo, trova conforto nell’amicizia di un altro giovane prigioniero, un ebreo di Roma, Pietro Terracina. Il 18 gennaio 1945, viene inserito nella ‘marcia della morte’ che deve portare i prigionieri da Auschwitz ai campi del Reich. Durante il cammino, crolla esausto e viene lasciato da due prigionieri accanto a un mucchio di cadaveri nel lager. Il 27 gennaio viene liberato dalle truppe sovietiche e curato in un ospedale da campo. Con un altro ebreo romano, Settimio Limentani, decide di andare a Roma. Torna a Rodi solo nel 1954 dove conosce Selma, che sposa nel 1958. Nel 2005 torna per la prima volta ad Auschwitz e comincia il suo lavoro di testimone instancabile a favore, soprattutto, dei più giovani.