L’obiettivo primario è di valutare se il livello di stanchezza, così come percepito dal paziente, possa fornire indicazioni prognostiche per la sopravvivenza in pazienti affetti da sindrome mielodisplastica di recente diagnosi. Gli obiettivi secondari sono:
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Valutare il cambiamento nei diversi parametri di qualità di vita e nei sintomi nel decorso della malattia, per verificare se tale cambiamento ha un valore prognostico per il decorso clinico (cioè, per esempio, per la sopravvivenza, per la tossicità o la risposta al trattamento, e per il rischio di trasformazione in leucemia acuta)
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Valutare prospetticamente lo stato di salute soggettivo (qualità di vita e sintomi) a breve e a lungo termine secondo il rischio clinico di evoluzione e secondo il tipo di terapia effettuata
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Confrontare lo stato di salute soggettivo (qualità di vita e sintomi) di pazienti affetti da sindrome mielodisplastica a basso rischio stabile nel tempo, con quello di pazienti con sindrome mielodisplastica con evoluzione in più alto rischio o in leucemia acuta
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Stabilire dei dati di riferimento (“benchmark data”) per una serie di parametri di qualità di vita e sintomi, presenti all’esordio della malattia, da utilizzare in futuri studi clinici come dati di confronto
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Valutare l’effetto della dipendenza trasfusionale all’esordio o nel successivo decorso clinico sui diversi parametri di qualità di vita e i sintomi riferiti dai pazienti
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Valutare la possibilità di mettere a punto un indice prognostico basato anche su valori soggettivi dello stato di salute così come percepito dal paziente
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Valutare l’accuratezza della predizione clinica sulla durata della sopravvivenza (“life expectancy”) fatta dal medico curante sulla base delle sue valutazioni soggettive al momento dell’arruolamento
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Valutare il grado di apprezzamento dei pazienti al loro coinvolgimento nelle decisioni da prendere sul trattamento secondo il rischio clinico di malattia, anche in relazione alle caratteristiche socio-demografiche e cliniche dei pazienti stessi
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Confrontare le preferenze espresse dai pazienti con quelle espresse dai medici in merito al coinvolgimento dei pazienti stessi nel meccanismo decisionale di scelta del trattamento.