La vita
Terzo di otto fratelli, don Álvaro nasce a Madrid l’11 marzo 1914. Dopo il liceo, s’iscrive a Ingegneria e intraprende gli studi di Assistente di Opere Pubbliche, che gli permettono di iniziare presto a lavorare. Ha vent’anni quando conosce san Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei. Nel 1935 entra a far parte dell’Opera con un “sì” così incondizionato da renderlo in breve tempo uno dei sostenitori più fidati del fondatore.
Nel 1944 è ordinato sacerdote. Poco dopo si trasferisce con san Josemaría a Roma, dove riveste anche diversi incarichi affidatigli dalla Santa Sede, specialmente durante il Concilio Vaticano II. Alla morte del fondatore, nel 1975, viene eletto all’unanimità come suo primo successore e nel 1982, quando l’Opus Dei viene eretta Prelatura personale, è nominato Prelato. Nel 1991 riceve da Papa Giovanni Paolo II l’ordinazione episcopale e muore a Roma il 23 marzo 1994. Il suo corpo riposa a Roma, nella cripta della Chiesa prelatizia di Santa Maria della Pace.
Il miracolo
La Santa Sede ha attribuito all'intercessione di don Álvaro il completo recupero del bambino cileno José Ignacio Ureta Wilson, che, a pochi giorni dalla nascita, ha subito un arresto cardiaco di oltre mezz’ora e una grave emorragia.
«I suoi genitori – raccontava Mons. Flavio Capucci, postulatore della causa di beatificazione – pregarono con grande fede per mezzo dell’intercessione di Mons. Álvaro del Portillo e quando i medici pensavano che il neonato fosse morto, senza alcun trattamento ulteriore e in modo totalmente insperato, il suo cuore riprese a battere, fino a raggiungere le 130 pulsazioni al minuto». Nonostante la gravità del quadro clinico, dieci anni dopo José Ignacio vive una vita normale. La guarigione miracolosa è avvenuta il 2 agosto 2003.
«L’avventura di José Ignacio – raccontano i genitori del bambino – ha rappresentato un processo di conversione e di profondo avvicinamento a Dio. In quei momenti abbiamo scoperto la nostra vocazione all'Opus Dei. Ci auguriamo che don Álvaro continui ad intercedere per noi in futuro, come ha fatto fino ad ora». Il 21 gennaio 2014 Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto del 5 luglio 2013 riguardante il miracolo avvenuto il 2 agosto 2003.
Favori ricevuti
Alcuni favori ricevuti da persone di tutto il mondo attraverso l'intercessione di don Álvaro
- Gloria, mia cognata, era incinta di otto mesi della sua quinta figlia, quando le fu diagnosticata un’anomalia preoccupante che i medici chiamano 'placenta previa'. Qualche giorno dopo ebbe una emorragia e fu portata in ambulanza all’ospedale. Con un taglio cesareo d’emergenza la piccola Amanda venne al mondo che pesava meno di due chili, ma almeno le avevano salvato la vita. Gloria, da parte sua, continuava a perdere sangue e la sua situazione si andava facendo di ora in ora più disperata. Quando queste notizie si sparsero fra gli amici e i parenti, tutti decidemmo di raccomandare a don Álvaro la guarigione di Gloria. Due giorni dopo il suo ricovero in ospedale, quando andai a vederla, recitai con sua madre e con altre due cognate la preghiera dell’immaginetta. Fino allora Gloria aveva ricevuto 51 unità di sangue e i suoi reni erano sul punto di bloccarsi. Pochi minuti prima le era stata amministrata l’unizione degli infermi: sembrava che non ci fosse più nulla da fare. Alle otto del mattino del giorno dopo suo marito mi telefonò per dirmi, euforico, che durante la notte le costanti vitali di Gloria erano ritornate normali. Nell’ospedale si parlava di miracolo perché, con un quadro clinico come quello del giorno prima, le possibilità di sopravvivenza erano inferiori all’1%. La riabilitazione è stata lunga, ma soddisfacente. Mi sembra chiaro il potere del sacramento dell’unzione degli infermi e dell’intercessione di don Álvaro. P.M.H. (Stati Uniti)
- I miei genitori da qualche anno non andavano d’accordo. Siccome una volta erano stati ricevuti da don Álvaro, proposi a mia madre di pregarlo affinché la situazione cambiasse. Anch’io mi misi a pregare. Dopo un certo tempo mia madre mi telefonò per dirmi che era avvenuto un miracolo: mio padre aveva cominciato a mostrarsi molto affettuoso con lei. Anche i miei fratelli e le mie sorelle sono meravigliati del cambiamento che si è prodotto nei nostri genitori. Sono molto grata a Mons. Álvaro del Portillo per il suo aiuto efficace. A.P. (Francia)
Hanno detto di lui
- Giovanni Paolo II, "Servo buono e fedele": «Nell’apprendere la triste notizia dell’improvvisa scomparsa di Mons. Álvaro del Portillo, Prelato dell’Opus Dei, porgo a Lei e ai membri dell’intera Prelatura le più sentite condoglianze, mentre ricordo con animo grato al Signore la zelante vita sacerdotale ed episcopale del defunto, l’esempio di fortezza e di fiducia nella Provvidenza Divina da lui costantemente offerto, nonché la sua fedeltà alla Sede di Pietro ed il generoso servizio ecclesiale quale stretto collaboratore e benemerito successore di san Josemaría Escrivá (allora beato), elevo al Signore fervide preghiere di suffragio perché accolga nel gaudio eterno questo suo servitore buono e fedele, ed invio a conforto di quanti hanno beneficiato della sua dedizione pastorale e delle sue elette doti di mente e di cuore una speciale Benedizione Apostolica». (Telegramma inviato a Mons. Javier Echevarría)
- Mons. Javier Echevarría, Prelato dell’Opus Dei dal 1994 al 2016, "Non considerò mai per sé onori o riconoscimenti": «Conobbi Mons. Álvaro del Portillo alla fine degli anni ‘40, e sono stato vicino a lui fin dal mio trasferimento a Roma nel 1950. Questa lunga prossimità – più di quaranta anni –, che ha fatto sì che fossi con lui in momenti e situazioni molto diverse, mi ha permesso di conoscere a fondo la tempra della sua anima: la sua grande intelligenza, la sua vasta cultura, la sua singolare capacità di lavoro, la sua serenità d’animo e ciò che più conta, la profondità della sua fede e quanto fosse intimo e ricco il suo rapporto con Dio. Ritengo innanzitutto un dovere di giustizia dare testimonianza del fatto che Mons. Álvaro del Portillo non considerò mai per sé onori o riconoscimenti. Non ricercò nemmeno successi personali o occasioni per mettersi in mostra. Ebbe un’unica ambizione: essere un buon figlio di Dio e un servitore fedele della Chiesa, secondo lo spirito ricevuto da san Josemaría e seguendo il suo esempio». (In memoriam, “Rendere amabile la Verità”)
- Joaquín Navarro Valls, "Aveva un gran buon umore e un carattere ottimista": «Era una persona con due caratteristiche speciali: un gran buon umore e un carattere ottimista e positivo. Ha rappresentato la continuità più fedele al fondatore dell’Opus Dei. Dietro di sé ha lasciato una traccia incancellabile, tipica degli uomini di Dio che compiono silenziosamente una missione per il bene delle anime». (Mundo Cristiano, aprile 1994, numero speciale “In morte di monsignor Álvaro del Portillo”).