Oliver è nato grazie agli ingegneri dell'Unità di Elettronica per Sistemi Sensoriali
E' stato presentato all'interno dell’evento "EVOlution: tecnologie al servizio della filiera dell'olio d'oliva", organizzato dall'Università Campus Bio-Medico di Roma il 21 maggio 2015, ed è un sistema sperimentale capace in 90 secondi di scovare adulterazioni e contraffazioni anche minime dell’autentico extravergine d'oliva made in Italy. Ribattezzato non a caso Oliver dai suoi creatori, gli ingegneri dell’Unità di Elettronica per Sistemi Sensoriali dell'Università Campus Bio-Medico di Roma coordinata dal Prof. Giorgio Pennazza, il sistema è portatile e consente un risparmio economico notevole rispetto alle tradizionali tecniche di analisi.
Bastano infatti circa 90 secondi e 4 millilitri di olio per ottenere risultati ottimali. Inoltre, Oliver può essere adoperato anche da operatori non esperti ed è in grado di percepire che qualcosa non va nel campione analizzato fino a una soglia minima del 5 per cento rispetto al volume totale. “La difesa delle produzioni italiane di qualità, particolarmente in campo agro-alimentare – ha sottolineato l’Ing. Marco Santonico, uno dei ‘padri’ di Oliver –, è divenuta oggi una priorità a livello nazionale. L’etichetta ‘prodotto italiano’, infatti, nasconde sempre più frequentemente sofisticazioni anche nocive per la salute, certamente non comparabili alle eccellenze tipiche del nostro Paese. È oggi più che mai necessario, quindi, introdurre metodi di controllo rapidi, semplici, economici ed efficaci per scongiurare queste manipolazioni. Oliver cerca di rispondere a questa esigenza”.
All'interno dello stesso workshop, il primo sul progetto di ricerca Tipitec, ha ricordato il valore dell'extravergine nostrano il Prof. Maurizio Caciotta, Ordinario di Misure all’Università di Roma Tre: "l’Unione Europea ha dato una definizione di olio extravergine d’oliva che non ci soddisfa e che penalizza molto il nostro Paese. Forse è stato fatto per consentire l'ingresso nel mercato di aziende di Paesi che non hanno la cultura produttiva dell’olio extravergine di oliva. Ciò oggi consente la presenza nei supermercati di olii che rispettano le norme europee, ma che non sono, a livello di ‘sentimento’, paragonabili all’extravergine di oliva tradizionalmente richiesto dalla dieta mediterranea. Sono olii ‘industriali’, quelli da 5-6 euro al litro. I produttori italiani di miscele ad alta qualità lamentano che i costi vivi di produzione di un vero olio extravergine di oliva non sono inferiori ai 17-20 euro al litro, che sul bancone significano anche 45-50 euro al litro. Per questo, oggi, le miscele EVO di grande qualità vengono acquistate quasi unicamente fuori dall’Italia, soprattutto negli USA. In un mercato dove non c’è stato ‘inquinamento' al ribasso”.