"La rapidità di diffusione del batterio non consente di escludere il suo passaggio anche in altre regioni”

Bisognerà imparare a convivere con la malattia degli ulivi, perché l’eradicazione ormai è impossibile. I coltivatori stanno vivendo momenti di grande difficoltà, ma devono comprendere che se non vengono messe in atto immediatamente tutte le misure per il contenimento del batterio e del vettore, la situazione potrebbe degenerare ancora di più in tempi brevi”. È il messaggio che Stefania Loreti, membro del Comitato Tecnico-Scientifico istituito dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per l’emergenza-xylella, ha lanciato intervenendo al workshop EVOlution: tecnologie al servizio della filiera dell’olio d’oliva, tenutosi giovedì 21 maggio presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma. L’evento era parte del progetto Tipitec, promosso dall’agenzia LazioInnova della Regione Lazio e da cinque atenei romani, di cui il Campus Bio-Medico è capofila.

Gli studiosi che stanno lavorando sulla malattia – ha spiegato Loreti nel suo intervento al workshop – sono estremamente pessimisti sulla velocità con cui la malattia si è trasmessa: ad aprile 2014 erano 8mila gli ettari interessati, più 5 focolai intorno a Lecce. Ma già nel luglio 2014 gli ettari interessati erano diventati 23mila. E la malattia va sempre aumentando: secondo l’UE, attualmente, Lecce non è più zona di eradicazione, ma di contenimento. Certo, nessuno di noi ha la sfera di cristallo, ma il rischio che la malattia possa estendersi oltre i confini regionali pugliesi è molto concreto, perché questo tipo di batteriosi ha modalità di disseminazione che la rendono difficile da fermare, una volta arrivata”.

L’esperta ha comunque rassicurato sul fatto che l’epidemia avrà un impatto sulla produzione, ma non sulla qualità dell’olio e delle olive. “L’unico modo per prevenire è attenersi alle indicazioni del MIPAAF”, ha ripetuto, aggiungendo che "ad oggi, l’attenzione va posta soprattutto sull’insetto vettore, la cosiddetta ’sputacchina’, perché è l’elemento principale di trasmissione del batterio. Ci sono varie modalità per combatterlo. È prioritario intervenire con misure agronomiche per cercare di equilibrare le piante: potature adeguate, interventi di arieggiamento sul terreno, monitoraggio costante”. D’altra parte, casi come quello registrato in Puglia per gli olivi si erano verificati solo un’altra volta in proporzioni simili, molti anni fa in California. Ma i ricercatori statunitensi, nonostante forti investimenti, non sono ancora riusciti a debellare la malattia. Anche per questo, il membro del Comitato tecnico-scientifico del MIPAAF ha concluso la propria relazione ricordando che “gli studiosi americani che lavorano da anni su queste problematiche su vite e agrumi sostengono che non si è in grado di forzare la natura per giungere a soluzioni in tempi brevi. È impossibile anche con la ricerca. Non esistono rimedi miracolosi, specialmente con le batteriosi”.

>> Vai agli eventi UCBM - Expo
>> Vai alle news UCBM - Expo