In un articolo scientifico del prof. Borghi il documento dell'evento storico

16 gennaio 2017 - È assodato che sia stato il microscopio a rivoluzionare la pratica clinica e la ricerca biomedica. Ma nella storia della medicina, è possibile risalire al primo uso registrato di questo strumento? Ne parla Luca Borghi, docente di Storia della Medicina dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet.

Sembra essere il report dell’autopsia di Papa Innocenzo XII (1615-1700), conservato tra i documenti della Biblioteca Apostolica Vaticana, uno spartiacque decisivo in questo campo. A eseguire l’esame fu Luca Tozzi (1638-1717), allievo di Marcello Malpighi e succedutogli nell’incarico di medico papale. Malpighi può essere considerato il fondatore dell’anatomia microscopica e proprio a Roma aveva formato giovani medici nonché introdotto l’uso del microscopio tra i colleghi.

“Tozzi ebbe però l’idea pionieristica di usare il microscopio durante l’autopsia sul corpo di Innocenzo XII, che morì il 27 settembre del 1700”, scrive Borghi assieme ad altri due studiosi.

Come mai? Durante gli ultimi giorni di vita del Papa, i medici avevano sospettato che avesse un cancro all’intestino. Fu proprio grazie all’esame microscopico che Tozzi confermò la presenza di un carcinoma al colon al primo stadio.

Ma “al di là della causa della morte dell’illustre paziente - conclude il docente – il manoscritto anticipa di gran lunga i lavori di importanti patologi del diciannovesimo secolo come Carl von Rokitansky e Rudolph Virchow, meritando un maggiore riconoscimento non solo da parte degli storici, ma anche di medici e ricercatori”.