‘Gondola’ è il dispositivo medico che migliora la camminata dei pazienti affetti da Parkinson. Attraverso l'attivazione delle aree cerebrali deputate al movimento con la tecnica di stimolazione meccanica automatica periferica (Automated Mechanical Peripheral Stimulation, AMPS) la cui efficacia è stata provata da diversi studi clinici come quello pubblicato sulla rivista PlosOne da alcuni ricercatori tra cui il dott. Carlo Quattrocchi, responsabile dell’Unità di Diagnostica per Immagini del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, sotto il coordinamento del Centro per la cura e la diagnosi del Parkinson dell’IRCCS San Raffaele di Roma. Un lavoro che dimostra come la AMPS determini una maggiore attivazione delle regioni cerebrali coinvolte nella gestione del movimento e nell’analisi dello spazio circostante.

“La stimolazione automatica meccanica periferica – commenta Carlo Quattrocchi – ha un effetto su quelle aree cerebrali che nei pazienti parkinsoniani vengono abitualmente reclutate per compensare i deficit conseguenti alla malattia. Dopo una singola stimolazione migliorano velocità di cammino, equilibro e cadenza dei passi. Resta da dimostrare quali pazienti con Parkinson possono ottenere maggiori benefici da questa terapia e la durata degli effetti osservati sui sintomi motori”.

Una sfida raccolta da una nuova sperimentazione che partirà nel 2017 e vedrà coinvolti 160 pazienti, con il contributo, in questo caso, dell’Unità di Neurologia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. La ricerca, che prevede per ogni paziente arruolato 2 cicli di 6 stimolazioni effettuate con il device ‘Gondola’, sarà condotta dalla University of Health Sciences di Porto Alegre, insieme a Irccs San Raffaele Pisana di Roma e al Dipartimento di Scienze neuroriabilitative - Casa di cura Policlinico di Milano. Per UCBM sarà il prof. Vincenzo Di Lazzaro, Ordinario di Neurologia, con la collaborazione dei neurologi Lucia Florio e Lazzaro di Biase, a coordinare il progetto.