Il Magnifico Rettore prof. Eugenio Guglielmelli inaugura il 30°anno accademico

Autorità tutte, Magnifiche Rettrici e Magnifici Rettori, Delegate e Delegati, Presidenti e Direttori delle Istituzioni ed Enti di Ricerca, Care Colleghe e Cari Colleghi, Cari Docenti, Studentesse, Studenti e Famiglie, Gentili ospiti.

Desidero porgere a tutti il mio più cordiale benvenuto e ringraziarvi per la vostra presenza all'Inaugurazione dell'Anno Accademico 2022-2023 dell'Università Campus Bio-Medico di Roma.

Oggi avremo il piacere e l'orgoglio di avviare il trentesimo Anno Accademico dalla fondazione del nostro Ateneo. Desidero esprimere un ringraziamento speciale a tutta la comunità dell’Università qui presente e a tutti coloro che hanno operato in passato per l’impegno e la dedizione manifestata in questi anni. 

Il pensiero va innanzitutto a quei "primi" docenti e professionisti che hanno dato vita, nel 1993, al progetto accademico e assistenziale allora chiamato "Libero Istituto Universitario Campus Bio-Medico". E va anche - oggi - a tutti coloro che, con ruoli e responsabilità diverse, rendono possibile ogni giorno questa straordinaria "avventura formativa". 

In particolare, un sincero ringraziamento al Consiglio di Amministrazione, al Senato Accademico, all'Amministratore Delegato-Direttore Generale, ai Dirigenti, alla Cappellania e a tutto il personale tecnico-amministrativo che contribuisce con impegno quotidiano a far crescere il nostro Ateneo.

Un pensiero speciale ai Rettori che mi hanno preceduto: ai primi due, che sono mancati, Pietro Bucci (chimico, Scuola Normale Superiore, uno dei fondatori e Rettore dell’Università della Calabria) e Giulio Marinozzi (medico di anatomia umana), e agli ultimi tre Rettori con noi qui oggi, che ringrazio per la loro presenza, Vincenzo Lorenzelli (chimico, Presidente dell’Accademia Ligure di Scienza e Lettere, atleta nuotatore primatista italiano), Andrea Onetti Muda (professore di anatomia patologica, direttore IRCCS OPBG) e Raffaele Calabrò (professore di cardiologia, presidente Fondazione IPE-Istituto per Ricerche e Attività Educative e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica della presidenza del Consiglio dei Ministri).

Un grazie a tutto il corpo docente, ai Presidi delle Facoltà Dipartimentali, ai Presidenti dei Corsi di Laurea, ai Coordinatori della Ricerca, ai Delegati e naturalmente alle studentesse e agli studenti, veri protagonisti della nostra Università, con la loro passione, coraggio, vivacità e curiosità.

Un ringraziamento particolare al Consiglio di Amministrazione, all'Amministratore Delegato-Direttore Generale Ing. Paolo Sormani, al Direttore Scientifico Prof. Vincenzo Denaro, a tutto il Collegio di Direzione e a tutto il personale sanitario e infermieristico della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico che quotidianamente si “prende cura” del paziente aiutandolo a vivere la sofferenza e la fragilità come esperienza di dignità e di amore.

Un pensiero speciale anche a tutti gli Enti e alle Associazioni che compongono il mosaico che definiamo "Sistema Campus": i due enti promotori (Campus Bio-Medico Spa, l'Associazione Campus Bio-Medico,; con oltre 160 soci totali), la Biomedical University Foundation l'Associazione Amici Campus Biomedico Onlus, la Fondazione Alberto Sordi oltre all’Associazione degli studenti “Campus Sharing”, all’Associazione Sportiva e alla neo-costituita Campus Bio-Medico Investment Holding Srl.

Ma – al di là delle articolazioni giuridiche – tutti questi enti che compongono il cosiddetto "Sistema Campus" sono espressione di un unico progetto formativo e culturale che trova linfa nell’insegnamento fondativo del Beato Alvaro del Portillo. Un soggetto nel quale convivono diverse anime e componenti, ma che agisce in maniera coordinata e unitaria, poiché ha una sola strategia, una sola "missione", una sola "visione" e trova la sua ispirazione nelle medesime radici fondative.

Il "claim" del logo del trentennale parla proprio di “radici profonde” ed è l’occasione per riscoprire l’identità della nostra Università e i valori della nostra Istituzione.

Nel 1993, il Beato Alvaro del Portillo durante la S. Messa dell’Inaugurazione del nostro primo Anno Accademico diceva: "L'Università che si proponga istituzionalmente di offrire un contributo cristiano allo sviluppo della cultura dovrà fare in modo che tutti i saperi convergano nel servizio disinteressato alla persona e pertanto alla società".

La "centralità della persona" è stata, ed è ancora oggi, la cifra distintiva dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, che trova declinazione nell’attenzione agli studenti, nel desiderio di offrire una “formazione integrale” che vada oltre le competenze tecniche e professionali per far maturare la personalità di ogni studente in spirito di servizio, umanità e solidarietà. Una formazione “globale” perché rivolta a studenti che sono “cittadini del mondo”, un mondo che cercano di trasformare e di migliorare per renderlo, attraverso la cultura e l’unità del sapere, più accogliente e più vero. Una centralità che è rivolta ai docenti affinché siano “Maestri di vita” capaci di affiancare lo studente nel percorso formativo di crescita professionale, intellettuale e morale. E che trova nel tutorato personale – pilastro fin dalle origini del nostro Ateneo - la sua espressione più alta perché coinvolge tanto chi riceve, quanto chi dà formazione in un processo di arricchimento reciproco. E non posso non ricordare con gratitudine un Maestro della nostra Università, esempio di disponibilità e altruismo, una persona instancabile per l’attenzione alla professione e agli studenti che è stato per tutti noi l’amato prof. Sergio Morini Professore Ordinario di Anatomia, Delegato del Rettore per il Tutorato e Vice-Preside della Facoltà Dipartimentale di Medicina e Chirurgia. Mi piace ricordare un suo fondamentale messaggio: “Insegnare è una grande responsabilità per la quale occorre preparazione e passione, umiltà e dedizione, ma soprattutto c’è bisogno di coerenza di vita. Anche nelle materie più tecniche dando profondità e corpo, senso e significato alle spiegazioni, è proprio l’unità tra l’essere Docente e l’essere Persona che fa crescere la stima e l’autorevolezza del Maestro."

Centralità della persona è sviluppare una ricerca scientifica ad alto impatto sociale che abbia ricadute sulla società e il territorio per offrire una risposta alle grandi sfide del nostro tempo.

Centralità della persona ha trovato - e trova ancora oggi - declinazione nella dimensione sanitaria e assistenziale per riproporre una medicina attenta ai bisogni del paziente, avanzata e aperta all’innovazione, ma sempre dotata di un’autentica dimensione umana ed etica.

Centralità della persona è lo sviluppo di tecnologie che collaborano, e supportano con la componente umana, per la sicurezza, la salute, il benessere, la qualità della vita di tutti i cittadini in tutti i contesti sociali e lavorativi. La scelta sulle nuove tipologie e organizzazioni del lavoro, sulle nuove mansioni lavorative e sulle relative competenze necessarie deve tenere conto di quali ruoli e responsabilità sia necessario mantenere o assegnare in modo innovativo alla Persona, senza rischiare eccessive marginalizzazioni della componente umana per pure esigenze di qualità produttiva, efficienza e valore economico.

Centralità della persona è anche il rispetto dell’ambiente, attenzione alla sostenibilità, maturazione di una coscienza ecologica che ci permetta di accostarci con senso di responsabilità e stupore alla nostra "Casa comune" – come approfondirà oggi nella sua prolusione la prof.ssa Marcella Trombetta.

Infine la centralità della persona è anche esplicitata nel nostro piano di bilancio di genere per la promozione e il raggiungimento di una piena parità, a partire dalla nostra comunità degli studenti, già molto popolata dalle nostre studentesse e che si propone di valorizzare la partecipazione di tutte le persone alle attività dell'Ateneo, e in generale a creare un ambiente universitario il più possibile integrativo e in grado di accogliere le specificità di ciascuna persona, con particolare attenzione al sostegno alla famiglia, in tutte le sue componenti, e individuando e promuovendo misure concrete per armonizzare impegni professionali e vita personale.

La storia dei nostri primi 30 anni è un percorso straordinario e coerente con questa impostazione centrata sulla persona, con un approccio REVERSE-BASED sulla ricerca e innovazione clinica, traslazionale e di base: dalla nascita di una Facoltà Dipartimentale di Medicina e Chirurgia integrata con il Policlinico, all’evoluzione già nel primo decennio con una Facoltà Dipartimentale di Ingegneria e nel terzo decennio con una Facoltà di Scienze e Tecnologie per lo Sviluppo Sostenibile e OneHealth, attraverso un approccio integrato, multi-inter disciplinare e di grande contaminazione e cross-fertilizzazione reciproca.

Formazione, cura e assistenza, tecnologia, Il, in senso ampio anche etico-sociale non solo economica, sono le parole chiave di questo percorso, avendo sempre come punto di riferimento la persona. La “Scienza per l’Uomo”, il payoff che ci accompagna da 30 anni, sintetizza proprio il tentativo di riunificare il sapere scientifico con quello umanistico, di sottolineare il primato della persona sulla scienza e tecnologia. 

Durante questi 30 anni abbiamo visto insieme costantemente crescere il nostro Ateneo, con oltre 5000 alumni, molti dei quali mantengono uno stretto rapporto con l’Università, attualmente 14 corsi di laurea, tra cui gli ultimi tre istituiti in lingua inglese; Medicine and Surgery partito tre anni fa e altri due avviati proprio in quest’anno accademico: MedTech e Biomedical Engineering. Questi due nuovi ultimi corsi avviati confermano il carattere interdisciplinare della nostra Università e la spinta verso l’internazionalizzazione.

Ad oggi abbiamo 2500 studenti seguiti da oltre 400 tutor personali (circa 1 ogni 6 studenti). Il 94,3% dei nostri studenti a cinque anni dalla laurea ha trovato un’occupazione (contro l’89% della media nazionale), collocandoci tra le prime 10 Università italiane per occupazione dei laureati.

I nostri studenti hanno la possibilità di proseguire il percorso formativo professionalizzante di terzo livello anche grazie ai 4 corsi di dottorato di ricerca di cui siamo coordinatori e sede amministrativa, di cui 1 di interesse nazionale sull’Intelligenza artificiale per la salute e le scienze della vita e altri 3 che spaziano dalle scienze biomediche, alla bioingegneria e sistemi intelligenti, allo sviluppo sostenibile. Aderiamo inoltre a vari altri dottorati nazionali e promuoviamo lo sviluppo di una Scuola di formazione post-lauream, l’UCBM Academy, che può sempre più contribuire alla formazione continua per essere in linea con le esigenze del mondo del lavoro.

Il posizionamento dell’Università nel panorama nazionale e internazionale della ricerca si è sempre più consolidato. I risultati dell’ultima VQR hanno confermato la solidità delle nostre Facoltà Dipartimentali, ora articolate in oltre 50 Unità di Ricerca.

La ricerca non si è fermata in questi ultimi 3 anni che sono stati molto complessi per tutti, anzi i nostri ricercatori hanno contribuito all’avanzamento della conoscenza per fronteggiare il Covid-19 e in tanti altri settori.

La crescita della qualità e quantità delle nostre attività di ricerca è dimostrata sia dalla nostra produzione scientifica il cui impact factor nel 2022 è aumentato del 47% rispetto al 2020 e anche dai tanti progetti di ricerca finanziati in questi anni con un success rate medio sui bandi competitivi sul triennio del 20% (sopra la media nazionale) e con una crescita della raccolta di finanziamenti quintuplicata rispetto all’ultimo decennio, nel 2022 pari ad oltre il 20% rispetto al 2020 e in totale più che raddoppiata per il sistema Campus, considerato che anche la Fondazione Policlinico UCBM in questo suo primo anno ha raggiunto risultati eccellenti.

Tra le attività di ricerca sviluppate in questi anni, una menzione particolare meritano le attività di ricerca sviluppate in collaborazione con INAIL, di cui ringrazio i vertici qui tutti presenti. Nel corso degli anni sono stati sviluppati oltre 20 progetti su tematiche relative non solo, alla protesica d’arto superiore con interfacce avanzate per restituire all’amputato la percezione propriocettiva e tattile in collaborazione con il Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio, ma anche alla medicina e sicurezza del lavoro, alla medicina preventiva e cybersecurity con il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro ed ambientale (DiMEILA) e tutte le altre strutture INAIL interessate alla ricerca e all’innovazione, con approcci ad alta sostenibilità ambientale, economica e elevata integrazione e accessibilità sociale.

Le collaborazioni sempre più consolidate con INAIL hanno una forte rilevanza strategica per il nostro Ateneo, in particolare per la piena condivisione di una missione della ricerca e innovazione centrate sulla persona, come ben evidenziato dal Santo Padre Papa Francesco nell’udienza svolta con INAIL lo scorso 9 marzo: “La cura per la qualità del lavoro, come pure per i luoghi e per i trasporti, è fondamentale se si vuole promuovere la centralità della persona”.

L’Università ha inoltre colto pienamente, e in sinergia con la Fondazione Policlinico UCBM, le opportunità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale Complementare, che ci vede in squadra con una massa critica nazionale di valore storico e strategico.

L’Università partecipa ai centri nazionali Agritech (coordinato dall’università Federico II), e di Biodiversità (coordinato dal CNR), al partenariato esteso FAIR coordinato dal CNR), all’ecosistema dell’innovazione Rome Technopole (coordinato da La Sapienza, con tutte le università statali del Lazio e la LUISS). Per quanto riguarda il piano nazionale complementare del MUR partecipiamo al progetto Fit for Medical Robotics, coordinato dal CNR, con co-leadership scientifica di SSSA e che ha come partner anche INAIL, IIT, la Fondazione Policlinico UCBM e l’IRCCS Fondazione Don Gnocchi Onlus.

 In questi anni si è sempre più rafforzato l’impegno sulla terza missione, integrazione e impatto sociale, sia dal punto di vista della valorizzazione dei risultati di ricerca sia per le attività ad alto impatto sociale. Abbiamo ad oggi oltre 40 brevetti, di cui circa il 40% interfacoltà e circa il 55% in co-titolarità con aziende e altri enti di ricerca. Nel 2022 si è aggiunta la nuova spin-off Move To Zero alle già altre 2 spin off partecipate (Brains Innovations e Heremos) per un totale di 8 spin-off fondati a partire dal 2014. La partecipazione dell’Ateneo al capitale sociale delle spin-off conferma la crescente attenzione verso le tematiche di sviluppo sostenibile, come evidenziato dalla costituzione della CBM-IH.

Particolare attenzione è stata dedicata alle iniziative di public engagement e alto impatto sociale come la partecipazione consolidata alla Notte Europea dei Ricercatori, in cui apriamo le nostre strutture al pubblico, anche con attività di laboratorio e corsi di promozione e sensibilizzazione rivolti alla popolazione locale per ottenere e mantenere uno stile di vita sano, varie iniziative con le scuole superiori, non solo rivolte all’orientamento, ma anche alla promozione di atteggiamenti responsabili nell’ambito della digitalizzazione, della tutela della salute umana e della cura della “casa comune”. Molteplici anche le iniziative di cooperazione universitaria nei Paesi in via di sviluppo grazie alla promozione tra studenti, docenti e personale sanitario di uno spirito di solidarietà che si traduce in opera, sapendo "mettere la propria competenza professionale al servizio della persona e del bene comune".

Grandi sfide ci aspettano per il futuro affinché l’Ateneo possa giocare un ruolo guida nella concezione e nella attuazione di progetti di ampio respiro che mirino a risolvere le sfide globali sullo sviluppo sostenibile.

Stiamo progettando percorsi didattici basati su approcci interdisciplinari, research-based&problem-based learning, quale condizione necessaria per favorire l’innovazione dell’offerta didattica e delle modalità di erogazione dei corsi alla componente studentesca a tutti i livelli. Tale impostazione integrerà anche il miglior allineamento possibile con l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati a supporto delle attività didattiche e con la promozione e la partecipazione a progetti per lo sviluppo di nuovi metodi e strumenti didattici.

Le Scienze e le Tecnologie offrono importanti opportunità per una didattica formale e informale e sistemi di apprendimento sempre più accessibili, coinvolgenti, personalizzati ed efficaci. Le nuove metodologie e i nuovi strumenti formativi devono essere accessibili e scalabili per garantire la coesione e la stabilità sociale. I docenti e gli studenti devono essere formati all’impiego delle nuove tecnologie con modalità che diano rilevanza all’impatto e equità sociale di questi nuovi approcci, riducendo il rischio della riduzione di accesso alle università da parte degli studenti. Fondamentale sarà l’integrazione multi-inter-disciplinare STEAM-based (anche con le scienze economiche e sociali) per promuovere una formazione continua sempre più orientata al pensiero critico e alla creatività di studenti e ricercatori, anche con esperienze internazionali che forniscano solide capacità di risolvere problemi globali.

All’orientamento dei futuri studenti è dedicata inoltre RomeCup2023 (ADVANCING TECHNOLOGY FOR HUMANITY - Intelligenza artificiale e intelligenza umana. Le sfide cruciali per un mondo migliore), evento organizzato annualmente dalla Fondazione Mondo Digitale, quest’anno ospitato presso il nostro Ateneo dal 3 al 5 maggio, in diretta collaborazione con tutti gli Atenei CRUL con la prevista partecipazione di oltre 3000 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo livello e anche delle scuole primarie.

Stiamo investendo sul potenziamento e la promozione dell’internazionalizzazione a tutti i livelli, mediante l’inserimento nell’organico di risorse umane provenienti da realtà accademiche straniere di eccellenza, come nel caso della cattedra finanziata dal Gruppo Intesa San Paolo che ha portato alla selezione del prof. Leandro Pecchia dalla Warwick University; la definizione di alleanze strategiche e l’attivazione di progetti di ricerca di ampio respiro in collaborazione con università ed enti di ricerca stranieri, l’attrazione di studenti stranieri, anche attraverso l’attivazione di accordi di collaborazione con atenei di interesse per lo sviluppo di programmi strategici del nostro Ateneo, l’attivazione di corsi di secondo e terzo livello e di alta formazione con titoli congiunti con università e istituti di ricerca e formazione stranieri.

Stiamo potenziando le collaborazioni con l’industria per valorizzare i nostri risultati di ricerca, anche investendo sulla cultura dell’innovazione, in una ottica moderna di Open Innovation.

La strategia di alleanza tra Scienze Sperimentali, Ingegneria, Medicina, il collegamento con il mondo industriale e l’approccio valoriale distintivo del nostro Ateneo saranno fondamentali per dare il nostro contributo alle sfide globali di elevata rilevanza sociale con l’obiettivo di massimizzarne l’impatto nel lungo periodo, piuttosto che il ritorno diretto, economico o di altra natura, a breve termine.

Lo scorso ottobre ho partecipato, con il nostro vice-presidente Alessandro Pernigo, al Forum mondiale Science Technolgoy for Society a Kyoto dove sono intervenuti i leader delle principali organizzazioni internazionali e governi, di università, enti di ricerca, industrie insieme a molti premi Nobel, tra i quali il Premio Nobel per l’Economia, Joseph Stiglitz, che nel suo intervento ha proprio sottolineato che “è necessario garantire che i progressi della scienza e delle nuove tecnologie migliorino effettivamente il benessere, che sono necessari sforzi pubblici concertati a tutti i livelli per massimizzare il beneficio della scienza e tecnologia e per contenere i loro danni, e che il mondo non può semplicemente fare affidamento sui mercati”.

Ulteriori fondamentali contributi per la corretta impostazione della ricerca e innovazione in questi ambiti di elevata pertinenza e priorità in questo momento storico saranno sicuramente resi disponibili dall’STS Forum Event on Green Transition, Biodiversity & Sustainability, un importante evento internazionale che prevediamo di organizzare entro la prima metà di giugno insieme al CNR, che celebra quest’anno il suo centesimo anno dalla sua fondazione e che presenterà il suo piano strategico di rilancio, da condividere con le strategie di tutti gli atenei ed enti italiani e stranieri che saranno coinvolti, a partire dagli atenei della CRUL.

L’attivazione della nostra più giovane Facoltà Dipartimentale focalizzata su queste tematiche di Scienze e Tecnologie per lo Sviluppo Sostenibile e OneHealth è certamente una importante opportunità di crescita per il nostro Ateneo, tematica che ha una elevata priorità nel nostro piano strategico. L’Unione Europea, come spesso ricordato dalla Commissaria Europea Mariya Gabriel anche all’STS Forum di Kyoto, considera molto importante avere approcci value-based alla scienza e tecnologia, che possano essere driver fondamentali per lo sviluppo e la prosperità. La collaborazione tra diverse discipline - non silos - tra ricercatori di diversi Paesi può creare importanti opportunità per anticipare i bisogni alle future sfide ed essere sempre più resilienti.

Concludo ricordando che il tema della sostenibilità non è soltanto un tema di grande attualità ed urgenza, ma è prima di tutto un tema etico, e la conservazione dell’ambiente e del creato è un nostro elemento valoriale su cui dobbiamo tutti impegnarci, come la Prof. Marcella Trombetta, ordinario di Fondamenti Chimici per l’Ingegneria, che ringrazio sentitamente per aver accettato il ruolo di nuova Preside della Facoltà Dipartimentale di Scienze e Tecnologie per lo Sviluppo Sostenibile e One Health, ci illustrerà nella sua Prolusione, a valle dell’avvio formale del nostro trentesimo Anno Accademico.

Grazie a tutti per la Vostra attenzione, con la convinzione di avere motivato il vostro interesse ad essere presenti presso il nostro Ateneo anche agli eventi futuri, in particolare di questo anno speciale del trentennale, e di aver fornito spunti che possano essere di ispirazione per il percorso di sviluppo, che vogliamo compiere in squadra con il Sistema Campus: solo insieme possiamo ambire all’ottenimento dei migliori risultati.