Università, istituzioni e imprese hanno definito in 7 punti il profilo più ricercato di un settore in grande crescita

14 luglio 2022 - Con il patrocinio di Unindustria, ieri l'Università Campus Bio-Medico di Roma ha organizzato il convegno "Medtech, presente futuro, Università e imprese disegnano il domani" per confrontarsi con le imprese sulle caratteristiche del professionista di questo settore strategico per il sistema Europa. Ospiti dell'evento Silvio Brusaferro, Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Massimiliano Boggetti, Presidente del Cluster Nazionale Scienze della Vita Alisei, Massimo Scaccabarozzi, Past president Farmindustria e i rappresentanti delle maggiori aziende del settore. In questa occasione è stato annunciato l'avvio di due nuovi Corsi di Laurea UCBM erogati interamente in lingua inglese: Medicine and Surgery Medtech e Biomedical Engeneering.

Sin dai primi anni di vita l'Ateneo ha puntato sull’interazione e la collaborazione sinergica tra le sue facoltà di Medicina e Chirurgia e Ingegneria ed oggi è protagonista tra le università italiane nella ricerca in settori del Medtech quali lo sviluppo di dispositivi biomedici, imaging biomedico, biomeccanica, robotica e chirurgia assistita, ingegneria dei tessuti, medicina personalizzata, interfacce uomo-macchina, riabilitazione e in ambiti ad alta tecnologia ad essi strettamente collegati come le applicazioni IoT, il machine learning, big data e nella cybersecurity. Il settore Medtech rappresenta il futuro della sanità: stimolato dalla pandemia, è cresciuto anche nel 2020 e ha prospettive di sviluppo in tutto il pianeta. In Italia, Medtech genera un mercato che vale 16,2 miliardi di euro diviso tra 4.546 aziende che occupano 112.534 dipendenti (Fonte Confindustria Dispositivi Medici 2022). Il tasso di crescita del fatturato (2021 sul 2020) ha toccato il +6,4 per cento contro una crescita mondiale del 5,6 per cento. Gli investimenticrescono di anno in anno, con un +9,6 per cento nel 2021 e ulteriori prospettive di crescita nei prossimi anni. In Europa l’Italia è sesto esportatore, e 13mo a livello mondiale nel settore Medtech (fonte Mediobanca 2022). Ed è prima nell’Unione Europea per la produzione di farmaci (fonte Efpia 2022).

Il medico del futuro sarà trasversale e in possesso di competenze di ingegneria biomedica, in grado di muoversi nell'ecosistema del Servizio sanitario di domani. Dal convegno sono emerse le sette caratteristiche che dovrà avere il medico di domani per operare in ospedali, imprese biomedicali, farmaceutiche e nei centri di ricerca:

  • IBRIDAZIONE DEI SAPERI, per la salute e il benessere del paziente;
  • MENTALITÀ APERTA, per contribuire alle soluzioni tecnologiche di domani;
  • TRAVERSALITÀ, per il superamento dei tradizionali confini professionali;
  • FLESSIBILITÀ, capacità di operare in ospedale e nelle aziende medtech;
  • 100% MEDICO, in grado di seguire il paziente sul piano clinico e umano;
  • 100% FORMAZIONE INGEGNERISTICA, per gestire meglio diagnosi e terapie con i macchinari;
  • CAPACITÀ DI GESTIRE LE PROBLEMATICHE ETICHE del paziente derivanti dalla presenza delle moderne tecnologie.

Alla giornata di lavori hanno partecipato il Presidente UCBM Carlo Tosti, il Rettore Raffaele Calabrò e l’AD e Direttore Generale Andrea Rossi. Tra i rappresentanti delle maggiori aziende erano presenti Maurizio Tarquini, direttore di Unindustria; Luigi Ambrosini, DG Abbott; Michele Perrino, presidente e AD Medtronic Italia; Filippo Piazza, investiment associate Angelini Hive; Stefano Collatina, Country Lead, Italy and integrated Care Solution Head, Baxter South Europe; Patrizia Palazzi, Strategic Sales Expert Siemens Healthcare.

"Oggi siamo di fronte al rapido sviluppo della medicina personalizzata: il medico, il sistema della ricerca e l’organizzazione del sistema sanitario devono confrontarsi con le capacità tecnologiche che hanno un ruolo sempre maggiore – ha detto Raffaele Calabrò, Rettore dell'Università Campus Bio-Medico di Roma – Oggi in medicina non parliamo più genericamente di "patologie" ma abbiamo l’opportunità di conoscere i problemi del singolo malato, e la tecnologia in questo diventa fondamentale. Il medico di domani deve essere formato a lavorare con le nuove tecnologie: la pandemia ha accelerato questa tendenza: un’università come il Campus Bio-Medico di Roma si propone come uno dei luoghi nei quali mettere insieme medici e imprese per creare ricerca e innovazione per il malato e per il progresso del sistema sanitario. I nostri corsi di laurea puntano a formare il medico del futuro".

>> Leggi il comunicato stampa del convegno