L'offerta del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Biomedica
di Martina D'Onofrio
21 giugno 2021 - Coniugare competenze in diversi settori dell'ingegneria – meccanica, elettronica, automatica, informatica o dei materiali – con quelle in ambito medico e biologico: è il ruolo dell'ingegnere biomedico, figura professionale fortemente transdisciplinare, capace di inserirsi nei settori dell'industria e dei servizi focalizzati sullo sviluppo o sulla gestione di tecnologie, dispositivi e sistemi per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle patologie e per l'interazione e la collaborazione con l'uomo in contesti di vita quotidiana o lavorativa. È per questo che il corso di laurea magistrale in Ingegneria Biomedica dell'Università Campus Bio-Medico di Roma si articola in quattro percorsi che consentono di approfondire in maniera specifica argomenti emergenti: Sistemi di eHealth, Biorobotica ed Ergonomia, Ingegneria Clinica, Nanotecnologie e Sistemi Bioartificiali.
Dunque possibilità articolate e distinte che trovano perfetta corrispondenza nell'attività di ricerca portata avanti all'interno dei laboratori, con progetti altamente innovativi e risultati di rilievo dal punto di vista scientifico e delle partnership. Su tutte spicca la pluriennale collaborazione con INAIL in ambito robotico e protesico, cresciuta anche nel settore dei sensori, dell’ergonomia e della sicurezza sul lavoro, come pure una convenzione con IBM per le tecnologie al servizio delle nuove sfide nel settore della sanità e delle scienze della vita. La sinergia con il mondo delle imprese è infatti fondamentale per l'aggiornamento continuo dei piani di studio e degli obiettivi di ricerca e sviluppo, con la possibilità per tutti gli studenti di compiere un tirocinio in azienda durante il percorso di studi. Valore aggiunto del Corso è la stretta relazione con il Policlinico Universitario e con la Facoltà di Medicina e Chirurgia che assicura condizioni ideali per attività di studio e di ricerca interdisciplinari. A dimostrarlo ancora, l'alto numero di progetti finanziati dalla Commissione europea, anche nell'ambito del Programma Horizon2020. Tra questi, alcuni, come ODIN, molto focalizzati sulle tecnologie digitali emergenti di intelligenza artificiale e robotica e il loro inserimento negli smart hospital del futuro e altri molto avveniristici come SOMA, che ambisce a restituire sensazioni somatiche agli amputati attraverso protesi a controllo mioelettrico e interfacce mininvasive con il sistema nervoso periferico basate su sonde a ultrasuoni miniaturizzate.