Il ruolo e le capacità dei robot al servizio della persona
di Francesco Unali
Il ruolo della scienza e della tecnica nell’introduzione dei robot e quello della filosofia nello strutturare il rapporto tra l’uomo e le nuove macchine sono stati al centro di una lezione aperta lo scorso 22 marzo organizzata dal Consulting Commitee con l’obiettivo di fare il punto sul rapporto tra robot ed esseri umani, segnalando la necessità di fissare precise regole che pongano alla base il valore della responsabilità umana.
L’intervento della professoressa Paola Ricci Sindoni ha sottolineato, in particolare, come “la riflessione sulle capacità che stanno assumendo i robot, così come l’intelligenza artificiale e tutti i sistemi intelligenti, non deve far perdere di vista il loro fine ultimo che è la persona. I robot vanno consideranti innanzitutto come un fattore abilitante della persona, mezzi altamente tecnologici da mettere a servizio del bene e del benessere della persona”.
Le previsioni sul numero dei robot all’interno del mondo del lavoro parlano di una loro massiccia introduzione entro il 2040. In un contesto che non attenderà l’approvazione di leggi né chiede autorizzazioni per partire si fa urgente il ruolo di docenti, filosofi e giuristi nel comprendere “se e come il pensiero antropologico ed etico odierno riescano a muoversi in questo nuovo scenario” ricorda Ricci Sindoni.
Dove la riflessione e l’azione si fanno concrete, come nei laboratori di ricerca dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, e il confronto tra medici e ingegneri per dar vita a una medicina sempre più personalizzata e il concetto di responsabilità diventano sempre più centrali, “è lì che si entra profondamente in contatto con il significato che una tecnologia può assumere quando entra nei gesti che compongono la nostra vita – spiega Ricci Sindoni - Soluzioni tecnologiche innovative in grado di sostituirsi alle capacità umane richiedono infatti risultati robusti, che sappiano cioè riprodurre la complessità che normalmente la nostra mente e il nostro cuore sono in grado di gestire. Così la filosofia morale e i suoi valori entrano a pieno titolo nell’ambito della tecnologia e la responsabilità degli scienziati si arricchisce di un ulteriore aspetto particolarmente incisivo”.
Non sappiamo quale ruolo giocheranno realmente i robot nella nostra vita futura ma abbiamo urgentemente bisogno di capirlo partendo da “un nucleo generatore negli obiettivi e nei valori indicati dall’uomo. Di certo esistono oggi limiti netti che noi stessi poniamo (nell’ambito assistenziale come in altri) nel considerare gli uomini come unici soggetti deputati allo svolgimento di determinate mansioni lavorative.
Superata la tradizionale visione totalitaria dell’antropocentrismo – conclude la professioressa Ricci Sindoni – potrebbe insinuarsi una nuova prospettiva dello ‘Human in the loop’ l’umano nello snodo, nel crocevia delle relazioni, nel punto sempre dinamico e mobile di un movimento che non può girare su sé stesso, ma che preveda che sia sempre l’uomo a prendere l’ultima decisione”.
L’Uomo in the loop, ma anche ‘at the end of the loop’.