L'intervista a Massimo Ciccozzi
di Beatrice Passarelli
14 aprile 2022 - Prof. Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica ed epidemiologia, la prevalenza della variante Omicron segna l’inizio di una fase endemica della malattia? Omicron, e le sue sottovarianti, somigliano sempre più ai normali coronavirus umani comportando sintomi lievi, almeno nei soggetti vaccinati. L’endemizzazione, cioè la presenza costante ma stabile del virus nella popolazione, è solo questione di tempo.
Anche se non lo possiamo escludere, è difficile che in futuro il virus muti ancora in una forma più pericolosa per l’uomo. Quali sono i comportamenti individuali che è bene non abbandonare nei prossimi mesi? La fine dello stato di emergenza non equivale alla fine della pandemia, bisogna perciò continuare a comportarsi in maniera prudente seguendo quel che dicono i dati scientifici. È presto per togliere la mascherina al chiuso ma anche all’aperto, in caso di assembramenti.
Cosa ci lascia in eredità la gestione del Covid-19 per prepararci a una nuova pandemia? I fattori che intervengono nella diffusione di un’epidemia a livello mondiale sono diversi e imprevedibili. Il Covid-19 ci insegna che la sorveglianza, epidemiologica e genomica, è fondamentale. Inoltre, è necessario potenziare la medicina di territorio, costruendo una rete di medici sentinella pronti a identificare repentinamente il virus circolante.