Servizi virtuali per rivoluzionare l'approccio diagnostico
di Martina D'Onofrio
10 dicembre 2021 - Brain Innovations è lo spin-off dell'Università Campus Bio-Medico di Roma selezionata (su oltre 190 candidature) nella call per start-up indetta da Confindustria nell'ambito di Connext 2021. Con lo scopo di sviluppare device nel campo della telemedicina per la telediagnosi, il telemonitoraggio e la terapia personalizzata domiciliare delle patologie neurologiche, lo spin-off ha già sviluppato in collaborazione con IBM ‘Parkinson bot’, un chatbot dedicato a pazienti affetti da malattia di Parkinson, caregiver e familiari, basato sul natural language processing e in grado di rispondere a domande e dubbi sulla patologia 24 ore su 24.
In particolare, la start-up fondata dal neurologo Lazzaro Di Biase ambisce a risolvere – attraverso l'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale – tre grandi problemi correlati alla malattia di Parkinson: la bassa accuratezza diagnostica che porta a circa 800mila diagnosi errate all'anno, l'assenza di biomarcatori obiettivi per il monitoraggio del paziente che rende necessarie molteplici visite di controllo, la gestione terapeutica dell'elevata fluttuazione dei sintomi motori. Per quanto riguarda la fase diagnostica, uno dei primi sintomi della malattia di Parkinson si manifesta attraverso l'ipomimia, una diminuita capacità di modificare le espressioni facciali che il neurologo è in grado di riconoscere attraverso l'esame obiettivo. Brain Innovations propone un modello di pattern recognition in grado di analizzare i parametri facciali a partire da immagini realizzate con una semplice videocamera, riuscendo ad estrarre dati numerici utili per differenziare il paziente sano da quello malato. Analogo sistema può essere applicato alle registrazioni della voce dei pazienti poiché tra i segnali della malattia rientra anche l’abbassamento del tono della voce: alcuni studi dimostrano che l'analisi delle onde sonore di una registrazione vocale di anche soli 10 secondi, effettuata da una macchina, può restituire risultati numerici obiettivi in grado di valutare lo stato motorio e identificare i pazienti affetti da malattia di Parkinson.
Tecnologie senza barriere di spazio e tempo che possono rivoluzionare l’approccio diagnostico con la possibilità di screening a costi e tempi ridotti e significative ricadute in termini di diagnosi precoci. Ancora più promettente è la possibilità di effettuare un tele management terapeutico con lo sviluppo di dispositivi indossabili (tipo smartwatch) e minimamente invasivi come i sensori cutanei per la rilevazione delle fluttuazioni motorie dei pazienti sottoposti a terapie orali, infusionali o di stimolazione cerebrale. Il sistema sanitario garantisce al massimo 3 visite di controllo all’anno per i pazienti in terapia e tale limite si pone anche per le visite in telemedicina: di fronte a fluttuazioni quotidiane, responsabili dei disturbi motori e quindi delle complicanze della malattia come cadute e fratture, il telemonitoraggio continuo potrebbe garantire un percorso di medicina personalizzata con aspettative di vita pari a quelle delle persone sane.
Si profila all'orizzonte la possibilità di utilizzare tool automatici, e allo stesso tempo personalizzati sulla base di parametri specifici, per la gestione della terapia quotidiana. Algoritmi applicabili anche ad altre patologie diffuse su scala mondiale come, ad esempio, per la misurazione dei livelli di glicemia nel diabete, e che inducono a ripensare in maniera integrale la governance del sistema sanitario, nello scenario favorevole del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in cui è stanziato un miliardo di euro in investimenti sulla telemedicina.