Giansanti (Confagricoltura): “Tecnologie e più ricerca”

di Francesco Unali

18 luglio 2022 - Inflazione, guerra e cambiamento climatico hanno palesato il rischio di una crisi globale dell’agricoltura. Nel mondo la produzione è sovrabbondante, ma le criticità arrivano da prezzi e distribuzione. L'accordo di Istanbul sarà in grado di scongiurare un’emergenza alimentare nei prossimi mesi? Per Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, “stiamo già vivendo una crisi alimentare con il blocco dell’export ucraino, specie nei Paesi più poveri del nord Africa, in Siria e in Libano. La speculazione ha fatto aumentare i prezzi dei cereali. Questo ha portato forte instabilità in un mercato storicamente rigido, con incertezze e oscillazioni dei prezzi che incidono anche sull’inflazione. Crisi collegate sono quelle dell’approvvigionamento energetico e dei fertilizzanti ottenuti dalla lavorazione del gas. Se questa guerra dovesse continuare rischiamo di avere prezzi alti a livello globale e crisi alimentari locali che possono sfociare in crisi sociali”.

Intanto in Europa “Farm To Fork” punta a costruire un’agricoltura sostenibile, ma il nuovo paradigma rischia di essere messo in discussione dalle crisi in atto. “Credo sia necessario ridiscutere le politiche europee sull’agricoltura – prosegue Giansanti – anche perché il Green Deal europeo nasceva in un momento in cui non erano emersi la crisi ucraina, la pandemia né il cambiamento climatico. Se è vero che l’agricoltura deve essere sempre più integrata nei processi ecologici, dobbiamo pur riflettere sui limiti di ‘Farm To Fork’ soprattutto per la parte produttiva. Su questo mi auguro, pur restando prioritaria la sostenibilità, che si apra un confronto con la Commissione per ridurre al massimo le distorsioni che incidono per il 25% sulla capacità produttiva dell’agricoltura europea. In questa fase storica, non possiamo permettercelo”.

E in Italia? Le preoccupazioni degli agricoltori guardano oggi al caro energia e alla bassa remunerazione. “Dobbiamo aumentare la capacità produttiva, – conclude Giansanti – anche alla luce dei successi che abbiamo sui mercati internazionali, e questo accadrà se gli imprenditori sapranno innovare. Chiediamo di estendere il contributo ‘Agricoltura 4.0’. Gli agricoltori devono disporre delle migliori tecnologie. Oggi con le tecniche Crispr Cas si possono ottenere piante non Ogm molto più resistenti a siccità e malattie, ma non c’è ancora un dibattito europeo sui processi autorizzativi. Tra l’altro in questo campo l’Italia è leader nella ricerca di queste nuove tecniche”.